Coldiretti in piazza: «Dall’Europa più coraggio e pace»

Dalla piazza gialloblu di Parma Coldiretti chiede all’Europa più coraggio e pace. Presenti anche 500 agricoltori abruzzesi Un’Europa più forte e coraggiosa, che sappia dare risposte per la difesa del reddito degli agricoltori e per la tutela della salute dei cittadini e dei suoi popoli e che lavori per la pace: è la richiesta dei 500 agricoltori abruzzesi che insieme ai 20mila colleghi agricoltori, provenienti da tutta Italia, si sono radunati a Parma sotto le bandiere gialle della Coldiretti e blu dell’Ue, guidati dal presidente nazionale dell’organizzazione Ettore Prandini e dal segretario generale Vincenzo Gesmundo. (Rete8)
Ne parlano anche altri giornali
Oggi, l’associazione Coldiretti ha organizzato una manifestazione nella città di Parma. Il nostro management ha incontrato una delegazione dell’associazione. (EFSA)
Gli scienziati la chiamano “carne colturale”, molti la considerano una scelta “sostenibile”, per gli ambientalisti è una soluzione etica (non si uccide nessun animale). (la Repubblica)
Un lungo corteo pacifico raggiungerà la sede dell’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare che è l’ente incaricato di valutare l’immissione al consumo dei nuovi alimenti e ha sede proprio nella città ducale. (LaC news24)

Agricoltori provenienti da tutta Italia per chiedere la difesa della salute dei cittadini. All'Europa si chiede meno burocrazia, con maggiori "risorse adeguate per sostenere il settore agricolo europeo", e che si occupi della pace. (Sky Tg24 )
“Il cibo naturale – spiegano gli organizzatori – è minacciato dall’approdo dei novel food ultraformulati, considerati l’anticamera dei cibi creati in laboratorio. Presenti, con la bandiera gialla, anche 500 soci di Coldiretti Piacenza, con venti tra sindaci amministratori locali, guidati dal direttore Roberto Gallizioli. (piacenzasera.it)
«Partiamo da Parma, la città simbolo dell’eccellenza agroalimentare italiana e capitale della Food Valley, con una forma di mobilitazione continua e senza escludere la possibilità di portare le nostre istanze di fronte alle sedi delle istituzioni europee». (Corriere della Sera)