«Dossieraggio, sì a una Commissione d’inchiesta». L’idea di Nordio. E Crosetto: ascoltatemi

Di Adriana Logroscino Il ministro della Difesa d’accordo sull’organismo. Tajani: chiarire chi c’era nella cupola I ministri Carlo Nordio e Gudo Crosetto Lanciato l’allarme, si profilano le mosse di controffensiva del governo al caso dei file scaricati illegalmente, delle banche dati violate, della privacy compromessa. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si augura che il Parlamento approvi al più presto il disegno di legge cyber: «Se fossero state in vigore queste norme — sostiene — le operazioni che abbiamo scoperto sarebbero state più difficili e le pene più significative. (Corriere della Sera)

Su altri media

Foto di Stefano D’Offizi Il Gran Premio di Formula 1 in Arabia Saudita ha consentito a diverse personalità di spicco dello Sport e delle istituzioni di ritrovarsi per assistere alla gara e porre le basi per eventuali collaborazioni future. (Europa Calcio)

L’intervento della premier Le parole di Nordio e Crosetto (Virgilio Notizie)

Ora c'è che l'indagine che sta portando avanti Cantone e l'idea di una commissione non deve depotenziarla , nè fermare il lavoro già iniziato da Copasir e Antimafia". La commissione di inchiesta sui dossieraggi "penso come Nordio che sia necessaria per ricostruire la credibilità delle istituzioni e per consentire al Parlamenti di lavorare sugli strumenti legislativi con cui impedire altri abusi in futuro. (Tiscali Notizie)

Il professor Sabino Cassese (nella foto), giudice emerito della Corte Costituzionale e già ministro della Funzione pubblica, a tutto campo sullo scandalo «dossieraggio». Ma rimarca anche la necessità di attendere il termine del lavoro da parte della Procura di Perugia. (ilGiornale.it)

E al dossieraggio inaccettabile. Diciamolo subito, in premessa. (Avvenire)

Tra inchieste della magistratura in corso, audizioni parlamentari, strumentalizzazioni politiche di ogni genere, se si ha la responsabilità istituzionale di garantire la privacy in Italia, scrivere, rilasciare interviste o partecipare attivamente al dibattito pubblico su quanto accaduto presso – o, forse, meglio, a partire da – la Direzione Nazionale Antimafia, è inopportuno perché si corre, inevitabilmente, il rischio di essere tirati per la giacchetta da una parte o dall’altra, di perdere quella indispensabile terzietà e indipendenza dalle cose della politica e, soprattutto, di alimentare lo svilimento e la svalutazione del diritto alla privacy, già trascinato e strattonato in un agone politico chiassoso, polarizzato e polarizzante, più interessato a effimeri successi elettorali che alla reale affermazione e difesa di diritti e libertà. (L'HuffPost)