La Commissione Ue è in carica ma nella stanza resta l’elefante: il Ppe che flirta coi sovranisti

Di Gianluca Cionna Ora che la Commissione meno sostenuta della storia ha avuto il via libera dal Parlamento europeo, sarebbe il momento di analizzare cosa è successo nelle audizioni dei commissari europei che hanno determinato il malcontento. Intanto, andrebbe detto che quest’anno, anziché offrire dibattiti incisivi e mettere alla prova la preparazione dei commissari designati, le audizioni si sono spesso dimostrate uno spettacolo privo di vera sostanza, dove a regnare è stato il mutuo controllo. (Il Fatto Quotidiano)

Su altri media

ROMA – All’indomani della fiducia alla debolissima nuova Commissione europea, accolta con il minimo dei voti della storia, il Pd, diviso tra senso di responsabilità e voglia di opposizione a Strasburgo, riparte dalle parole della segretaria Elly Schlein: “Non sentiamo questa Commissione come nostra, è giusto che parta ma non faremo dare per scontati i nostri voti”. (la Repubblica)

“Si può fare soltanto se si ricostruisce una posizione comune nello scenario internazionale dei socialisti, perché purtroppo pesano in questi passaggi una serie di contraddizioni che riguardano anche il campo socialista. (Il Fatto Quotidiano)

Un vero e proprio cambio di passo rispetto a una congiuntura che, come la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha scritto nella lettera di incarico al neo commissario all’Agricoltura, Christophe Hansen, «è stata contrassegnata da troppe scelte iperambientaliste». (Il Sole 24 ORE)

Le contraddizioni dell’Europa

“La nuova Commissione svilupperà un piano per l’auto, concentrato sull’elettrico. Ma occorre una industria delle batterie europee e che le auto elettriche costino meno“. (Vaielettrico.it)

A detta però delle voci più informate di Bruxelles, la presidente della Commissione “avrà ancora più controllo su tutto”, come dice un alto funzionario. Certo non è il caso di toni trionfalistici. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Gli enormi problemi sul tavolo dell’Europa sono stati enunciati da von der Leyen con le conosciute diagnosi, prive tuttavia di terapia. Questa la torsione negoziale della presidente per consentire alla nuova Commissione una promozione in Parlamento europeo, seppure con sofferta e deludente maggioranza. (la Repubblica)