Il blitz franco-tedesco e la strategia di Meloni

I fatti. Saranno quelli a smantellare la coalizione posticcia popolari-socialisti-liberali che nega e al tempo stesso conferma l’esito del voto europeo. Lo nega perché le elezioni nel Vecchio Continente dicono che il centrodestra (popolari e conservatori) ha guadagnato voti e seggi, mentre la sinistra (progressisti e formazioni radicali) ha perso; lo conferma perché vincitori e sconfitti non sono uniformemente distribuiti né negli schieramenti politici (destra- sinistra) né nella delimitazione geografica. (ROMA on line)

Ne parlano anche altri media

"Il tema non e' Ursula von der Leyen ma quali sono le politiche che vuole portare avanti. E quindi penso che la valutazione vada fatta a valle e non a monte". (Tiscali Notizie)

Avrebbe una carta: presentarsi al tavolo da presidente del consiglio italiano e non da leader di partito". Così Matteo Renzi a Zapping su Radio Rai Uno. (Civonline)

“Da italiana, chiedo a Giorgia Meloni: è vero, come scrivono alcuni giornali, che nei negoziati europei ha messo da parte gli interessi del nostro paese per non mollare quelli della sua parte politica? È vero che all’Italia preferisce l’estrema destra europea?”. (Civonline)

Meloni, "non abbiamo risposte su politiche von der Leyen"

Se l’Italia è diventata improvvisamente periferica, anche negli incarichi di vertice, è perché la leader di Fratelli d’Italia ha anteposto gli interessi di partito a quelli del Paese. Giorgia Meloni si è dimenticata il posto dell’Italia in Europa, Paese fondatore che deve stare con gli altri Paesi fondatori. (Civonline)

Dalla cena delle beffe, come apparve quella del precedente vertice europeo dopo le elezioni dell’8 e 9 giugno, in cui già francesi e tedeschi, o popolari e socialisti per calarsi nei partiti, fecero spallucce ai risultati, si è passati col secondo incontro conviviale alla cena dei paradossi. (Start Magazine)

La biciclettata, con protagoniste 90 persone che hanno avuto un trapianto, è un reminder della collaborazione transfrontaliera tra Alto Adige e Austria: crescono i numeri dei donatori in regione, oltre il confine si accorciano invece le liste d’attesa (Alto Adige)