Sotto processo non solo Salvini ma anche una linea politica

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Nicola Porro INTERNO

Matteo Salvini, leader della Lega ed ex ministro dell’interno, è al centro da tempo di un processo che potrebbe portare a una condanna a sei anni di carcere – tanto hanno chiesto i pm. L’accusa riguarda il caso Open Arms, una vicenda risalente all’agosto 2019, quando il premier era Giuseppe Conte, e Salvini, allora titolare del Viminale, impedì lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave della ong spagnola Open Arms, costringendoli a rimanere per giorni in mare e in porto. (Nicola Porro)

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Il pubblico ministero ha chiesto sei anni per l’ex ministro degli interni e capita non poche volte che il collegio giudicante stravolga le richieste dei magistrati inquirenti. Salvini rivendica, ed ha rivendicato a più riprese, che il suo atto illegale (contro la legge) avesse però una piena legittimità politica, perché egli fu eletto nel 2018 proprio dopo una campagna elettorale in cui aveva preannunciato, se avesse vinto la sua parte politica, chiare e forti azioni del potere esecutivo contro gli sbarchi e contro l’azione umanitaria delle Ong. (Vita)

Campioni dell’evoluzione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici, esistono su questo mondo da centinaia di milioni di anni. Non sono soggetti cari alla letteratura, eppure la pazienza con cui attendono la preda e tessono le tele è in qualche modo poetica. (La Verità)

Un milione di euro di risarcimento. (Il Dubbio)

I ragni, protagonisti in natura e nei film

In qualità di Ministro dell’Interno, Salvini ha mantenuto la promessa data agli elettori difendendo i confini nazionali. “Gli italiani, il 4 marzo 2018, con il loro voto hanno chiesto a Matteo Salvini di fermare gli sbarchi. (Valledaostaglocal.it)

Le accuse nei suoi confronti sono sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per aver ritardato lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave della ong spagnola Open Arms nel 2019. (Liberoquotidiano.it)

A seguito delle migliaia di messaggi di insulti, post diffamatori e lettere intimidatorie rivolte ai magistrati e inviate anche in Procura generale, la Procuratrice generale di Palermo Lia Sava ha lanciato l’allarme al Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica, organismo che fa capo alla Prefettura e che è deputato a decidere sulle misure di sicurezza. (Open)