Olympic Breakfast - Il vuoto lasciato da Bolt riempito da una finale dei 100 m mai vista, la più veloce di sempre

Mai visto niente del genere. Lo dice la Storia. Lo dice la memoria collettiva. Lo dice persino il cronometro, che di tutti e tre è l’unico che non mente mai. Perché il ricordo a volte si guasta, per rivalità, per troppo amore oppure perché invecchiamo, in maniera diversa ma tutti all’unisono , e ciò che ha il potere di riportarci indietro, anche solo per un istante, anche solo per dieci secondi scarsi, ci sembra un tesoro da tenere al sicuro. (Eurosport IT)

La notizia riportata su altri giornali

A Tokyo, tre anni fa, in quell’indimenticabile sera del 1° agosto, in una manciata di minuti passarono insieme nella stargate della leggenda dello sport italiano e mondiale, laureandosi campioni olimpici rispettivamente nei cento metri e nel salto in alto a pochi minuti l’uno dall’altro (in un’Olimpiade straordinaria che Jacobs completerà poi col trionfo nella 4x100). (Il Sole 24 ORE)

Corse, corsi e ricorsi della storia olimpica. Quattro anni dopo, ai Giochi di Tokyo del 1964, riuscì a qualificarsi ancora per la finalissima dei 200: era considerato un veterano ma aveva appena 25 anni. (Il Fatto Quotidiano)

Il gesto primordiale per eccellenza (correre) ha il suo padrone, che è lo statunitense Noah Lyles, già Campione del Mondo lo scorso anno. La finale dei 100 metri più veloce di sempre alle Olimpiadi. (OA Sport)

Jacobs, SuperGreg, Sara: a 30 anni la bella stagione non è finita

Lo scrive su Instagram Marcell Jacobs, quinto nella finale olimpica dei 100 metri di ieri sera sulla pista parigina. È ciò che ho sempre fatto". (Tiscali)

Ha fatto preoccupare la fasciatura di Marcell Jacobs dopo la finale dei 100m di ieri sera. Al termine della gara, ha subito rassicurato spiegando come il presunto infortunio sia solo un crampo e che correrà la staffetta. (Sky Sport)

Quando hai trent’anni, in una società con i nonni tatuati e in cui non si vuole invecchiare più, ti dicono che sei ancora troppo giovane per capire. Vieni avanti. Ma quello del trentenne ancora all’inizio dell’era Peter Pan è discorso che regge ovunque, tranne che nel Villaggio olimpico. (Avvenire)