Si dimette il direttore dell'Agenzia entrate Ruffini: "Niente politica"
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Il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini lascia il suo incarico e sul Corriere della Sera commenta i retroscena giornalistici su un suo ingresso in politica per guidare una formazione di centro, a puntello della sinistra. Insomma, un nuovo terzo polo, per non lasciar vuoti lo spazio un tempo occupato da Renzi e Calenda. Sulle pagine del quotidiano di via Solferino, Ruffini ha dichiarato: “Non scendo in campo, ma rivendico il diritto di parlare”. (Il Fatto Quotidiano)
La notizia riportata su altre testate
All’assemblea annuale pubblica di Anfia svoltasi a Roma, il filo conduttore di tutto il dibattito, al quale è intervenuto il ministro Adolfo Urso, ha riguardato proprio la necessità di una svolta immediata a partire dalla revisione delle sanzioni capestro a carico dei costruttori previste dal 2025. (il Giornale)
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Il suo nome da settimane circola come possibile federatore di quest’area e il manager pubblico annuncia le sue dimissioni in un’i… (la Repubblica)
(Adnkronos) – “Attraverso il 60º evento Industria Felix, la 5ª edizione nazionale dell’Italia che compete, abbiamo premiato 161 aziende, le più competitive d’Italia rispetto ad un algoritmo stringente del conto economico, ad un parametro etico del delta addetti pari o crescente rispetto all’anno precedente e rispetto a un Cerved Group Score di solvibilità e affidabilità finanziaria. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
Secondo i dati dell'Anfia in Italia le nuove auto immatricolate sono ancora in calo, circa 350mila in meno rispetto al 2019. Intanto Stellantis annuncia che Mirafiori non chiuderà Le immatricolazioni di nuove auto in Italia sono al di sotto di 1,78 milioni, dati allarmanti secondo Anfia, che definisce l’industria di “automotive a rischio estinzione“, quando (Rinnovabili)
Timori che si intrecciano con quelli sulla tenuta di Stellantis in Italia. “Se Volkswagen decidesse di ridurre la propria forza lavoro di 15 mila dipendenti, saranno almeno 45 mila i dipendenti che perderanno il lavoro nelle aziende fornitrici, anche quelle italiane”. (Il Fatto Quotidiano)