Talpe nelle procure e legami con i Servizi: le mani dell’agenzia su dati classificati

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La Repubblica INTERNO

Milano — Erano parole serie? Oppure soltanto una battuta di cattivo gusto? «Queste sono cose riservatissime, eh. Quindi la massima...perché vi dobbiamo uccidere», raccomandava Gallo ai suoi hacker. Certo, erano tanti i segreti da proteggere. Le fonti da coprire. I rapporti inconfessabili. I contatti della banda con servizi segreti e pregiudicati… (La Repubblica)

Su altri media

Potrebbe esserci anche una regia pugliese dietro un pezzo del sistema di dossieraggio scoperto dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano. (La Repubblica)

C’è anche Pierfrancesco Barletta (nella foto), ex membro del cda di Leonardo e attuale vice presidente di Sea, tra glì indagati nell’ambito dell’inchiesta choc milanese contro il network di hacker che avrebbe avuto accesso a numerose banche dati istituzionali. (LA NAZIONE)

Il calibro dei nomi, nelle tre categorie, è da Serie A del potere, economico e politico. Anche i numeri emersi finora danno l’idea: 52.811 estrazioni illecite di informazioni dal database Sdi riservato alle Forze dell’ordine, 108.805 atti amministrativi e giudiziari immagazzinati dalla società di investigazioni Equalize, oltre 800mila persone spiate. (Corriere Milano)

Un vivaio di “ragazzi” pescati anche nell’ambiente delle università, in particolare tra cervelli che hanno lasciato l’Italia e sono finiti a lavorare nel Regno Unito. (IL GIORNO)

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Errore: la previsione di Samuele Calamucci (il più bravo dei tecnici informatici dell’agenzia Equalize) in una intercettazione del 4 novembre 2022 con Enrico Pazzali (il presidente di Fondazione Fiera Milano che possiede al 95% l’agenzia amministrata dall’ex superpoliziotto e socio al 5% Carmine Gallo) si rivela sbagliata ora che la Procura di Milano ha individuato ed è riuscita a fare sequestrare in Lituania il server di Equalize, più «vero» di quello italiano, probabilmente già ripulito nel timore di indagini («Carmine è a rischio perquisizione, quindi noi non dobbiamo lasciare qua nessun materiale estraneo»). (Corriere Milano)