Arrivederci Albania: il fallimento annunciato dei centri per migranti

– I centri per il trattenimento e il rimpatrio dei migranti in Albania, avviati ufficialmente l’11 ottobre, sembrano essere giunti a un punto di stallo totale. La cooperativa Medihospes, incaricata di gestire queste strutture, si prepara al rientro in Italia del proprio personale entro domani. Gli operatori sociali italiani lasceranno le basi di Shengjin e Gjader, lasciandosi alle spalle centri vuoti e un progetto costoso che, finora, non ha accolto praticamente alcun migrante. (Stranieri in Italia)

Su altre fonti

Ma a distanza di poche ore dall’approdo sono stati comunque messi di fronte allo schermo di un computer per giocarsi, senza capirlo, la possibilità di ottenere o meno l’asilo. Sono arrivati nei centri in Albania senza neppure rendersene conto. (La Repubblica)

ROMA — Non sarà l’addio, ma è un arrivederci Albania. Tutti gli operatori sociali di Medihospes, la cooperativa che senza che sia stato ancora siglato l’appalto gestisce i centri per il trattenimento e il rimpatrio dei migranti, rientreranno entro domani in Italia (la Repubblica)

Tutti gli operatori sociali di “Medihospes”, l’ente gestore dei Centri italiani in Albania per il rimpatrio dei migranti, lasceranno Shengjin e Gjader per rientrare in Italia entro il fine settimana. E a quanto si apprende non sarebbero previsti ricambi. (Il Fatto Quotidiano)

Congelato il progetto Albania. Della coop restano sette italiani

Ieri abbiamo visitato il centro per migranti di Gjadër in Albania. La delegazione di Volt era composta da 4 dei 5 eurodeputati del partito europeo e il loro staff, oltre alla co-presidente di Volt Europa Francesca Romana d’Antuono e al co-presidente di Volt Albania Ardit Minarolli e noi, co-presidenti di Volt Italia (Il Fatto Quotidiano)

Lo scrive sui social Riccardo Magi, segretario di +Europa. Dei migranti? No, degli operatori italiani mandati in Albania, che entro il weekend rientreranno a casa". (Civonline)

«Lo staff presente nei centri in Albania è stato ridotto al livello minimo, restano solo i lavoratori necessari per la manutenzione della struttura e per fornire i servizi di base agli agenti che si occupano della sicurezza e a quelli presenti nel penitenziario», afferma l’eurodeputato tedesco di Volt Damian Boeselager. (il manifesto)