Strage rapido 904, Mattarella: Italia unita seppe reagire a eversione

"Questo è il testimone da consegnare alle generazioni più giovani" Roma, 23 dic. - "Il primo, intenso pensiero è rivolto ai familiari e a tutti coloro che da allora hanno portato il peso del dolore più intimo e incancellabile. La solidarietà che oggi si rinnova trova le sue radici nella risposta che il popolo italiano seppe, unito, esprimere di fronte all'attacco eversivo. Le Istituzioni seppero respingere il ricatto e difendere la democrazia grazie alla reazione civile e all'amore per la libertà degli italiani. (Tiscali Notizie)

Ne parlano anche altri media

Rapido 904, la testimone: "Avevo 7 anni, la nostra vita è cambiata su quel treno. Ricordo quella tragedia ogni giorno. Le urla, il buio, il boato. Siamo qui per chi non ce l'ha fatta" (La Repubblica)

E dopo, ci riusciranno soltanto tre connazionali: Paolo Rossi, Roberto Baggio e Fabio Cannavaro. Il 23 dicembre 1969 Gianni Rivera, regista del Milan trionfatore in Coppa dei Campioni, vince il Pallone d’Oro con quattro voti in più di Gigi Riva. (OGGI)

L'esplosione che colpisce un treno, cancella vite e macchia di sangue gli ultimi giorni prima di Natale. Nei pressi dello stesso passaggio, dieci anni, prima si era consumata la strage neofascista del treno Italicus. (Corriere della Sera)

A 40 anni dalla strage del Rapido 904. «Ci sono punti oscuri su altri mandanti»

Sono le parole di uno dei sopravvissuti alla strage del Rapido 904, “la strage di Natale”, che il 23 dicembre 1984 provocò 15 vittime (che diventarono 16 l’anno dopo con la morte di Gioacchino Taglialatela) e 267 feriti, quando alle 19:08 una bomba piazzata nel quart’ultimo vagone di seconda classe del treno partito da Napoli alle 12:55, lo fece saltare in aria mentre si trovava all’interno della Galleria dell’Appennino, tra le stazioni di Vernio e San Benedetto Val di Sambro, vicino a dove anni prima, nel 1974, avvenne un’altra strage ferroviaria, quella dell’Italicus, che le indagini portate avanti in questi quarant’anni, hanno più volte accomunato. (Collettiva.it)

Ricordare è doloroso, ma necessario. Per provare a chiudere le ferite, ma anche per non lasciare che l’oblio sbiadisca il bisogno di verità e giustizia. Da 40 anni San Benedetto Val di Sambro, piccolo centro adagiato sui dolci pendii dell’Appennino bolognese, commemora la strage del Rapido 904. (Avvenire)

La domanda è tra chi fossero quei legami: Pippo Calò non era solo il cassiere della mafia, ma l’uomo di collegamento tra Roma e la Sicilia. È difficile credere che abbia deciso da solo, o meglio con la collaborazione soltanto del suo braccio destro nella Capitale. (Corriere della Sera)