Cda Rai, verso la conta. Schlein e Conte divisi: lei per l’Aventino, lui no
Il Pd voleva rinviare il voto sul Cda della Rai, perché non ha capito come comportarsi. O meglio lo sa bene ma teme che M5S non lo segua sulla linea dura dell’Aventino - prima nelle aule di Camera e Senato dove domani verranno scelti i 4 ma possono anche essere 2 consiglieri di nomina parlamentare e poi in commissione di Vigilanza dove si elegge il presidente del servizio pubblico con i due terzi dei voti ossia con qualche consenso proveniente anche dalle opposizioni - e questo significherebbe che ad opporsi alla cosiddetta TeleMeloni sarebbero solo i dem e che il campo largo con gli stellati salta in aria prima ancora di essere coltivato. (ilmessaggero.it)
Ne parlano anche altri giornali
E' partito il countdown per le nomine Rai. Domani dovrebbe essere la giornata decisiva ma il condizionale è d'obbligo perché, come sempre, la partita è piena di insidie e apertissima fino all'ultimo momento utile. (Adnkronos)
Senza accordo. Avanti tutta. (LA NOTIZIA)
È giunto il momento che dalle parole si passi ai fatti e che si avvii nelle sedi competenti il percorso di riforma nel solco dei principi del Media Freedom Act europeo". (Civonline)
Il governo Meloni sembrerebbe intenzionato a procedere anche se le opposizioni non partecipassero al voto. Questo è ciò che Maurizio Gasparri, capogruppo azzurro in Vigilanza, ha lasciato capire ieri sera, in una giornata in cui lui stesso era sembrato deviare dal percorso unitario. (Corriere Roma)
"Il re è nudo, la maggioranza dice addio alla riforma della governance Rai". (Civonline)
Da qualche anno, il costo del canone RAI viene addebitato direttamente sulla bolletta dell’energia elettrica. Questo costringe tutti coloro che possiedono un televisore abilitato alla ricezione dei canali a versare circa 90 euro all’anno per usufruire di tale servizio. (InformazioneOggi.it)