Nuova legge sul fine vita. Lo stop della Lombardia
Quello su cui fin dall'inizio si erano trovati tutti d'accordo, da sinistra a destra, è che all'esito della votazione non ci sarebbero stati applausi. Perché comunque fosse andata, non sarebbe stato un successo. Per nessuno. L'esito è stato quello prevedibile: il Consiglio regionale lombardo, esprimendosi con un voto segreto a maggioranza, ha deciso ieri di «non trattare» il progetto di legge di iniziativa popolare sul fine vita che, accompagnato da 8.181 firme, era stato presentato dall'Associazione Luca Coscioni lo scorso 18 gennaio. (il Giornale)
Ne parlano anche altri giornali
La Lombardia non avrà una legge per il suicidio assistito, perché il Consiglio regionale - davanti al comitato promotore guidato da Marco Cappato - ha stabilito che è competenza solo del Parlamento. Dunque, è passata la linea del centrodestra: una pregiudiziale di costituzionalità ha bloccato la discussione prima ancora che iniziasse. (TGR Lombardia)
In Lombardia un paziente con una condizione patologica irreversibile ha ottenuto il riconoscimento dei quattro criteri, previsti dalla Corte costituzionale con la sentenza sul caso di dj Fabo, per accedere al suicidio assistito: è il decimo caso in Italia, dopo quello reso noto pochi giorni fa di Laura Santi, una paziente con una grave patologia neurodegenerativa che ha ottenuto il medesimo ok a Perugia. (La Repubblica)
Arriva di corsa, il governatore. Fontana evidentemente vuole esserci: "Mi sembra doveroso esserci e votare, anche per rispetto dell’Aula", dirà in replica ad una domanda. (IL GIORNO)
– Il Consiglio regionale lombardo ha scelto di rinunciare ad aprire un confronto che potesse portare all’approvazione di una legge che definisca le procedure e le tempistiche con le quali garantire il suicidio medicalmente assistito ai malati terminali che ne facciano richiesta e che versino nelle condizioni previste dalla Corte Costituzionale per poter essere autorizzati a ricorrere al Fine Vita. (IL GIORNO)
Quel qualcuno potrebbe es… (La Stampa)
Con il voto, in sostanza, la maggioranza di centrodestra dell'Aula lombarda, ribadisce la propria posizione sul fatto non spetti alla Regione regolare la materia. (IL GIORNO)