Beko, rischio licenziamento per oltre 1900 persone
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La situazione alla Beko, multinazionale turca, è diventata critica dopo l'annuncio di quasi duemila licenziamenti, con 1900 esuberi suddivisi tra i siti di Fabriano, Comunanza, Siena e Cassinetta. Il sindaco di Fabriano, Daniela Ghergo, ha chiesto all'azienda di ritirare il piano industriale, sottolineando l'importanza del know-how che ha reso l'Italia leader in Europa nel settore degli elettrodomestici. Durante il summit tenutosi a Roma, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il Governo, le parti sociali e le istituzioni locali hanno cercato di trovare una soluzione, ma Beko ha confermato il piano industriale, lasciando i lavoratori in una situazione di grande incertezza.
A Varese, circa 1.100 lavoratori sono preoccupati per il loro futuro, con la chiusura di due linee produttive e 541 esuberi previsti solo nel sito di Cassinetta. La situazione è particolarmente grave per i 332 lavoratori dello stabilimento di Comunanza, che si aspettavano notizie positive dal tavolo di negoziazione, ma sono rimasti delusi. La chiusura dello stabilimento è prevista per il 31 dicembre 2025, lasciando molti senza lavoro e senza prospettive chiare.
Il sindaco Ghergo ha ribadito la necessità di esercitare il golden power per proteggere il settore e i lavoratori, ma la situazione rimane tesa e incerta. La crisi della Beko rappresenta un duro colpo per l'industria italiana degli elettrodomestici, mettendo a rischio non solo i posti di lavoro, ma anche la competitività del Paese in questo settore strategico.