Libano, allarme rosso in Usa: per Biden è rischio “guerra totale”. Così ora la Casa Bianca si attiva per la tregua: aperture da Tel Aviv e Beirut

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Il Fatto Quotidiano ESTERI

L’escalation in Libano preoccupa molto anche a migliaia di chilometri di distanza. Il presidente americano Joe Biden non esclude che la situazione attuale possa sfociare in una “guerra totale“, ma aggiunge che “siamo ancora in ballo per arrivare a un accordo che potrebbe cambiare radicalmente l’intera regione”. Ed è in questa direzione che sta lavorando la sua amministrazione, mentre militari a stelle e strisce si trovano a Cipro pronti a un’evacuazione d’emergenza dei propri concittadini: tanto che sia da Tel Aviv sia da Beirut arrivano leggere aperture per un cessate il fuoco. (Il Fatto Quotidiano)

Su altri giornali

Quando un Paese è sotto attacco, di norma riesce a ritrovare una certa unità nazionale. Si tratta di una legge non scritta che aiuta a leggere le dinamiche politiche e sociali di conflitti presenti e passati. (Inside Over)

Dopo la sorpresa e il trauma dell’attacco di Hamas il 7 ottobre 2023 nel sud del paese, l’8 ottobre Israele ha visto i missili iniziare a cadere nel nord. (il manifesto)

Questa mattina il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha opposto un secco rifiuto alla proposta avanzata da Stati Uniti e Francia e sottoscritta da diversi paesi europei e arabi per un cessate il fuoco di 21 giorni volto a scongiurare il rischio di un’escalation che potrebbe precipitare l’intero Medio Oriente in guerra. (ISPI)

L'ufficio di Netanyahu ha fatto sapere che "la notizia di un cessate il fuoco non è vera. Questa è una proposta franco-americana, a cui il primo ministro non ha nemmeno risposto. (Italia Oggi)

I caccia dello Stato ebraico hanno colpito infrastrutture al confine tra Siria e Libano che, secondo l'Idf, venivano utilizzate dalle milizie sciite per contrabbandare armi. Nel mirino sarebbe il capo delle forze aeree di Hezbollah. (ilmessaggero.it)

Fonti citate dai media israeliani hanno affermato che l'attacco nella roccaforte di Dahiyeh aveva come obiettivo il capo delle forze aeree, in gran parte responsabili della flotta di droni del gruppo terroristico, nonché dei missili da crociera e delle difese aeree. (il Giornale)