Sondando il mistero dei raggi gamma nei temporali
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Lampi gamma terrestri, bagliori gamma e ora anche lampi gamma “tremolanti”: tre diversi fenomeni ad altissima energia – i primi due già noti, il terzo scoperto solo ora, e ritenuto l'anello di congiunzione fra gli altri due – rilevati e studiati durante una campagna condotta ad alta quota a bordo di un aereo nell'estate del 2023. I risultati in due studi su Nature, uno dei quali guidato dall'italiano Martino Marisaldi L’emissione di raggi gamma dalle nubi temporalesche è molto più complessa, varia e dinamica di quanto si pensasse in precedenza. (Media Inaf)
Se ne è parlato anche su altri media
Volereste dritto dritto dentro i temporali tropicali per studiarli da vicino e magari analizzare in tempo reale la nascita di un fulmine? La buona notizia è che non dovete, perché c’è chi l’ha fatto per voi: un’équipe di scienziati della University of Bergen, in Norvegia, dello Astrophysics and Space Science Observatory all’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e di altri istituti di ricerca ha infatti appena terminato uno studio di caratterizzazione delle tempeste tropicali, condotto, per l’appunto, volando sopra (non dentro: c’è un motivo) le nuvole con un sofisticatissimo aereo spia della Nasa. (WIRED Italia)
Recentemente, la scienza ha compiuto un passo significativo verso la comprensione delle emissioni di raggi gamma, fenomeno che, per decenni, ha affascinato e confuso i ricercatori. Due studi pubblicati sulla rivista Nature hanno messo in luce l’idea che la generazione di raggi gamma possa essere molto più comune e variabile di quanto fosse precedentemente concepito. (MeteoWeb)
Negli ultimi trent’anni, gli scienziati hanno scoperto che i temporali terrestri possono generare raggi gamma, una forma di luce estremamente energetica. Questa scoperta è stata sorprendente, poiché si pensava che i raggi gamma fossero associati solo a eventi cosmici estremi come le esplosioni di supernove o i buchi neri. (Tempo Italia)