Trump spaventa le borse, 5 miliardari amici perdono 200 miliardi. E lui riceve cento manager per tranquillizzare

Trump spaventa le borse, 5 miliardari amici perdono 200 miliardi. E lui riceve cento manager per tranquillizzare

Ora Trump dovrà metterci la faccia. Nella notte italiana, il presidente degli Stati Uniti incontrerà un centinaio di Ceo delle più grandi aziende americane per discutere della situazione economica del Paese, all’indomani della peggior seduta di Wall Street dal 2022. A spaventare i mercati finanziari - che ancora oggi viaggiano in terreno negativo - sono soprattutto… (L'HuffPost)

Su altri media

Molti hanno cambiato posizione politica, immaginando un aumento dei guadagni in borsa con la sua vittoria alle presidenziali. – Si registra una perdita da 209 miliardi di dollari per i magnati più vicini a Donald Trump. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

I miliardari pro-Trump e il crollo della loro ricchezza, da Musk a Bezos fino a Zuckerberg (Policy Maker)

Con il crollo di Wall Street, anche le fortune dei miliardari più ricchi del mondo hanno subito colpi durissimi. Tra i più colpiti ci sono il patron di Tesla, Elon Musk, e il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, mentre il numero uno di Meta, Mark Zuckerberg, ha subito perdite più moderate. (Sky Tg24 )

Per il partito della Silicon Valley un salasso da 200 miliardi
Per il partito della Silicon Valley un salasso da 200 miliardi

La sua agenda economica ha spaventato gli investitori, aumentando l'incertezza sui mercati. E il risultato è stato il crollo di Wall Street nel lunedì nero del 10 marzo, e in particolare del Nasdaq. (QuiFinanza)

Erano tutti tra le prime file al giuramento di Donald Trump. Oggi, Elon Musk, Jeff Bezos, Sergey Brin, Mark Zuckerberg e Bernard Arnault sono circa 210 miliardi più poveri rispetto a quel 20 gennaio. Il crollo delle Borse della scorsa notte ha impattato in particolare sul Tesla (-15% ieri) e su Elon Musk, ma a soffrire, dopo un iniziare rialzo sono tutti e cinque gli imprenditori, secondo quanto riporta Bloomberg. (Open)

La cerimonia assumeva così il sapore di una festa per l’élite economica americana, e i mercati, in effetti, sembravano condividere l’euforia. (ilmessaggero.it)