Meloni e i diritti sindacali, scontro con Landini
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Da Budapest, dove è giunta per partecipare alla riunione informale dei capi di Stato e di governo dell'Unione Europea, Giorgia Meloni ha risposto alle polemiche sorte in seguito a un suo messaggio letto in diretta a "Un giorno da pecora" su Radio 1. Nel messaggio, indirizzato a Marco Osnato, deputato di Fratelli d’Italia, la premier affermava di essere al lavoro nonostante l'influenza, sottolineando di non godere di particolari diritti sindacali. Questa dichiarazione ha suscitato una reazione immediata da parte di Maurizio Landini, segretario della CGIL, che ha definito le parole della Meloni un atto di bullismo nei confronti dei diritti sindacali.
Landini, intervenendo alla manifestazione del trasporto pubblico locale a Porta Pia, ha criticato duramente il governo, accusandolo di aumentare la precarietà e favorire l'evasione fiscale, mentre taglia i fondi per i servizi essenziali. Ha inoltre evocato la necessità di una rivolta sociale per contrastare le crescenti disuguaglianze. Meloni, dal canto suo, ha ribattuto affermando che il suo governo difende i diritti sindacali meglio della "sinistra al caviale", un'espressione utilizzata per criticare l'élite politica di sinistra.
Elly Schlein, leader del Partito Democratico, ha risposto alle dichiarazioni della Meloni, affermando di non aver mai mangiato caviale e criticando il governo per aver negato il salario minimo a milioni di lavoratori. Schlein ha sottolineato l'importanza di sostenere i lavoratori che non riescono ad arrivare a fine mese nonostante abbiano un impiego.
La polemica sui diritti sindacali si inserisce in un contesto più ampio di tensioni sociali e politiche, con il governo Meloni che si trova a dover affrontare critiche sia dall'opposizione che dai sindacati.