Trump a ostacoli: tradurre la spavalderia in atti politici non sarà una passeggiata (di M. Teodori)

La vittoria di Donald Trump incontrerà già nel periodo di transizione alcuni ostacoli che renderanno non facile la traduzione dei progetti altisonanti dichiarati in campagna elettorale in atti di politica interna e internazionale. Il via libera di Joe Biden all’utilizzo da parte del presidente Volodymyr Zelensky delle armi Usa per colpire il territorio russo del Kursk &… (L'HuffPost)

Ne parlano anche altre fonti

Dipende anzitutto dalla risposta del Partito repubblicano". Ma con una maggioranza di appena tre senatori potrebbe forse rinunciare in corsa ai profili più divisivi per non rischiare bocciature in un ipotetico braccio di ferro. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ma con la lista delle nomine per la sua seconda amministrazione, il presidente sembra aver deciso di trasformare la politica americana in un esperimento sociologico senza precedenti. È difficile guardare alla sua squadra di candidati senza chiedersi se ci troviamo davanti a un atto deliberato di sabotaggio del sistema, una provocazione calcolata per scatenare polemiche e consolidare la sua narrativa di “vittima del deep state”. (LaC news24)

NEW YORK — Si complica la battaglia per la conferma al Senato degli impresentabili nella seconda amministrazione Trump. Almeno quattro nomine, Matt Gaetz alla Giustizia, Pete Hegseth al Pentagono, Robert Kennedy alla Sanità e Tulsi Gabbard direttrice nazionale dell’intelligence, sono a rischio, tra dubbi sulla loro competenza, accuse di violenze sessuali e collusione con la Russia. (la Repubblica)

Chi è Marco Rubio, scelto da Trump come segretario di Stato

Ma il Trump 2.0 ha un altro approccio, che punta sulla velocità e la scelta di un gruppo agguerrito formato solo da fedelissimi. E questo aveva influito nel suo approccio alla transizione: le nomine della squadra di governo erano arrivate a rilento, scegliendo spesso funzionari consigliati direttamente dal partito. (ilmessaggero.it)

Tuttavia, il fatto che la scelta per un ruolo così delicato sotto il profilo diplomatico sia ricaduta sul senatore della Florida lascia presagire l’intenzione, da parte del presidente eletto, di perseverare in una linea dura nelle relazioni con Pechino, tramite una strategia che, se si guarda alla storia politica del designato capo degli Esteri, potrebbe non limitarsi al protezionismo e condurre al conseguente inasprimento della guerra commerciale in atto tra le potenze occidentali e il colosso asiatico. (L'Opinione)

Naturalmente, tale nomina riveste per noi europei un’importanza cruciale poiché si tratta del titolare della politica estera al cui vaglio passeranno le sorti delle due guerre che si combattono alle porte di casa nostra: il conflitto russo-ucraino e quello israelo-palestinese. (Inside Over)