Violenza di genere, alla ricerca delle «cicatrici» sul Dna che possono avere, nel tempo, ricadute sulla salute delle donne
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La violenza lascia «cicatrici» non solo sulla psiche ma anche sul Dna delle donne che la subiscono. E le ricadute sulla salute potrebbero manifestarsi a distanza di 10-20 anni. Ma quanto sono profonde quelle cicatrici? La donna che ha subito violenza potrebbe essere più suscettibile, a lungo termine, allo sviluppo di un tumore all'ovaio o una malattia cardiovascolare o autoimmune?Sono le domande cui darà risposta la nuova fase multicentrica del progetto EpiWe (Epigenetics for Women), promosso dall’Istituto Superiore di Sanità, che chiede la collaborazione di tutte le donne che hanno subito violenza, attraverso un semplice prelievo di sangue. (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altre testate
I maschi sono aggressivi “di natura”, ce l'hanno scritto nel DNA. Dobbiamo solo imparare a leggerla correttamente. (Lucy. Sulla cultura)
Sul Corriere Salute del 27 ottobre Liliana Dell’Osso sottolinea come eventi traumatici estremi e prolungati possano determinare un forte disagio emotivo e psicologico, interferendo con l’intero corso di vita di una famiglia o di un gruppo culturale, e diventando intergenerazionale. (Corriere della Sera)
“Il dolore di chi ha subito violenza è spesso invisibile, eppure è inciso nel suo Dna. Vogliamo studiarlo ancora per riscrivere la storia di chi lo ha vissuto, per riparare le sue ferite. (Il Fatto Quotidiano)
Quanto sono profonde le cicatrici che inevitabilmente una violenza lascia sulla vittima, quanto incide sul Dna delle donne con ricadute sulla salute a lungo termine? Sono le domande cui darà... (Virgilio)
Al via la seconda fase dello studio EpiWe, che diventa multicentrico coinvolgendo 5 regioni: Lazio, Lombardia, Campania, Puglia e Liguria. Gaudi: “Stiamo dimostrando che la violenza influisce sulla salute del genoma. (Quotidiano Sanità)