Meloni in volo verso Mar-a-Lago, missione da Donald Trump. Sul tavolo anche il caso di Cecilia Sala
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è in volo per raggiungere la residenza di Donald Trump a Mar-a-Lago. La notizia di questa visita a sorpresa è stata anticipata da LaPresse; il Corriere è in grado di confermarla. L'aereo della premier è decollato nella mattinata di sabato poco dopo le 11 da Roma; dopo una scalo tecnico all'aeroporto internazionale di Shannon, in Irlanda, ha ripreso il viaggio che questa notte lo porterà negli Stati Uniti (Corriere della Sera)
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ANSA (Avvenire)
Se qualcuno aveva immaginato un cipiglio di autonomia politica nel viaggio lampo di Meloni da Trump rimarrà deluso, anche perché la sostanza profonda di quel viaggio non sembra essere stata la liberazione della giornalista Cecilia Sala sequestrata in Iran, tutt’al più l’occasione, nonostante la versione interessata arrivata da Mar-a- Lago di una presunta “aggressività” rappresentata dalla premier italiana sulla grave vicenda. (il manifesto)
Ci sono immagini in grado di spazzare via anni di retorica e di qualificare, fornendo una cristallina chiave interpretativa ai fatti, l'approccio di un Governo e la sua linea politica. (il Giornale)
West Palm Beach — Una visita lampo, quella di Giorgia Meloni sabato sera a Mar-a-Lago, con un doppio obiettivo: accreditarsi come punto di riferimento in Europa per Trump e favorire la liberazione di Cecilia Sala. (la Repubblica)
Ciak, buona la prima. Le premesse e le promesse sono ottime, la visita lampo di Giorgia Meloni in Florida è un colpaccio di diplomazia e comunicazione, Donald Trump ha ricevuto la premier con l’attenzione riservata a un alleato chiave, con gli applausi degli invitati nella ballroom dorata del club di Mar-a-Lago, accompagnato da Marco Rubio (prossimo segretario di Stato), Mike Waltz (sarà il Consigliere per la sicurezza nazionale) e Scott Bessent (andrà al Tesoro), con loro anche Tilman Fertitta (sarà lui l’ambasciatore americano a Roma). (Liberoquotidiano.it)
È positivo che Meloni lo abbia visto? «Sì, è molto importante, perché il film riguarda gli abusi della giustizia in tutto il mondo e ci si muove sempre di più verso quello che chiamo lawfare, termine che ho inventato molti anni fa: è un concetto molto pericoloso, usato da regimi repressivi per anni, Stalin nell’Urss, dittatori sudamericani, Mussolini ovviamente, per servirsi del sistema legale a scopi politici di parte. (Corriere della Sera)