Processo Bergamini, l'ultimo atto. Padovano: "Ottime sensazioni. Verrà fuori la verità"
Processo Bergamini, l'ultimo atto. Padovano: "Ottime sensazioni. Verrà fuori la verità" Michele Padovano, ex calciatore di Juventus Pisa e Cosenza, è presente fuori dal Tribunale di Cosenza nel giorno della sentenza sul caso legarto alla morte il 18 novembre 1989 di Donato Bergamini, allora compagno di squadra di Padovano nel club calabrese, da quasi 35 anni al centro di una lunghissima e complessa indagine per scoprire le cause e le responsabilità dei fatti avvenuti. (TUTTO mercato WEB)
La notizia riportata su altre testate
Sedici anni di condanna, sette in meno di quanti richiesti dalla pubblica accusa. Otto ore di camera di consiglio sono bastate ai giudici per affermare che il 18 novembre del 1989, Isabella Internò abbia ucciso Donato Bergamini, il calciatore del Cosenza con cui la donna, allora ventenne, era fidanzata fin da quando era minorenne. (LaC news24)
E’ attesa per pomeriggio o la tarda serata di oggi (1 ottobre 2024) la sentenza del processo Bergamini che vede imputata l’ex fidanzata del calciatore del Cosenza morto a Roseto Capo Spulico il 18 novembre del 1989 (Quotidiano del Sud)
E' la sentenza arrivata poco fa. Si tratta della sentenza di un processo da sessanta puntate (udienze), i giudici della Corte d’assise di Cosenza, entrati stamattina in Camera di consiglio, si sono così determinati. (Gazzetta del Sud - Edizione Cosenza)
Un gruppo di tifosi rossoblù ha posizionato sulle scalinate e all’ingresso del Tribunale lo striscione con i colori rosso e blu, il numero ‘8’ e anche quello con su scritto “Verità per Denis”. (Quotidiano online)
L’ex fidanzata del calciatore, Isabella Internò, è accusata di omicidio volontario in concorso con ignoti. L’imputata al termine delle repliche ha rilasciato una dichiarazione spontanea dicendo: “Sono innocente! Dio è l’unico testimone”. (Tifo Cosenza)
Dopo circa un’ora di controrepliche di procura, parti civili e difesa, la Corte si è ritirata non prima di avere ascoltato la voce e le parole dell’imputata, che in tre anni di processo e oltre sessanta udienze non aveva mai proferito parola. (il Resto del Carlino)