Manuel Bortuzzo: «Accetto la sedia a rotelle. Il pianoforte è terapia, prima di una gara ascolto trap, punk e Tiziano Ferro»

«Volevo disperatamente alzarmi da quella maledetta sedia». Lo dice chiaro Manuel Bortuzzo, raccontandosi a ruota libera nel nuovo libro “Soli nella tempesta” (Rizzoli, 180 pagine, 17 euro). Dopo la tragedia, quel «precipitare nell’incubo» in cui riusciva ad aggrapparsi solo alla sua identità di atleta. E la disperante consapevolezza, un giorno dopo l’altro, che nulla sarebbe più stato come prima. Un racconto sincero in cui Bortuzzo, trevigiano che oggi vive a Roma, si mette a nudo senza nascondere fragilità, «cadute», il perdersi e poi ritrovarsi, la musica, l’amore, gli amici che l’hanno «salvato». (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri media

Il nuotatore triestino Manuel Bortuzzo è nelle librerie con l'autobiografia "Soli nella tempesta", il secondo dopo "Rinascere: L’anno in cui ho ricominciato a vivere", nei quali racconta la sua esperienza, il suo percorso di riabilitazione e il suo desiderio di tornare a vivere appieno nonostante le difficoltà. (ComingSoon.it)

A cura di Daniela Seclì 91 (Fanpage.it)

«Non ho mai spiegato davvero perchè dal Veneto io sia arrivato a Roma: ho denunciato un allenatore quando l'ho visto baciare una mia collega quattordicenne. uno scambio di persona, un colpo di pistola, una carriera nel nuoto professionistico stroncata a soli diciannove anni. (ilgazzettino.it)

Manuel Bortuzzo: ‘‘Ritrovarsi disabili è peggio di un lutto”

Per l’anniversario della notte che gli ha cambiato la vita, quella tra il 2 e il 3 febbraio 2019, quando per un proiettile destinato a un altro ha rischiato di morire ed è rimasto paralizzato dalla vita in giù, Manuel Bortuzzo fa sempre cose diverse: un anno è andato a sciare, per dimostrare a se stesso che poteva farlo; un anno s’è chiuso in casa, un altro ha fatto festa con gli amici. (OGGI)

Nel futuro di Manuel Bortuzzo c’era il nuoto professionistico e se il destino non si fosse intromesso oggi sarebbe al fianco di altri nuotatori della sua generazione come Thomas Ceccon e Nicolò Martinenghi. (ilmessaggero.it)

Qualcosa di difficilissimo da accettare: “Per quanto si possa essere maturi, non si è mai pronti a ritrovarsi disabili da un giorno all’altro. Tutto è iniziato nel 2019 quando è rimasto paralizzato dalle gambe in giù dopo che due malviventi gli hanno sparato alla periferia di Roma (Radio 105)