Open arms, per Salvini è il giorno del verdetto. Musk: «Un'assurdità, difese l'Italia»

PALERMO Venerdì 20 dicembre è il giorno del giudizio per Matteo Salvini. Ma ostenta serenità il vicepremier a rischio di una condanna a sei anni di carcere per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, per il mancato sbarco di un gruppo di migranti costretto nell’agosto 2019 a rimanere a bordo della Open Arms per 19 giorni. «I’m not afraid» (non ho paura, ndr) dice con il sorriso stampato sulle labbra in un video postato sui social dall’aeroporto di Bruxelles dopo aver trascorso la mattinata con Viktor Orbán e gli altri partner del gruppo sovranista dei Patrioti che gli manifestano solidarietà e vicinanza. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altre testate

Oggi è il 20 dicembre, il giorno in cui, almeno per il processo di primo grado verrà messa la parola fine al procedimento contro Matteo Salvini per il caso Open Arms. Dopo anni di gogna processuale con l'accusa di sequestro di persona, nella giornata di oggi arriverà il verdetto sull'allora ministro degli Interni e attuale vicepremier e titolare del dicastero dei trasporti e Infrastrutture. (Liberoquotidiano.it)

Fulvio Viviano Attesa oggi a Palermo la sentenza del processo Open Arms contro il ministro Salvini che è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per il ritardato sbarco di migranti quando era ministro dell'Interno nel primo governo Conte. (rtl.it)

La Procura di Palermo aveva chiesto di condannare Salvini a sei anni di carcere con l’accusa di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è stato assolto perché “il fatto non sussiste”. (Pagella Politica)

Salvini festeggia: «Difendere l’Italia non è reato». L'abbraccio con la compagna Francesca Verdini, che si commuove

1) cambiò radicalmente la disciplina e gli organi competenti a decidere per eventuali reati commessi dal presidente del Consiglio e dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni (i cosiddetti reati ministeriali). (La Stampa)

Passano pochi secondi e arrivano le telefonate da Palermo a confermare l'indiscrezione: Matteo Salvini è stato assolto. Sono le 19.40 quando i cellulari dei leghisti che sono nell'aula di Montecitorio iniziano a trillare. (La Stampa)

Dire che l’assoluzione lo ha rimesso su di giri è riduttivo: «Adesso non ce n’è per nessuno», si danno di gomito tra loro i leghisti fuori dall’aula bunker del Pagliarelli di Palermo. Ha vinto la battaglia, Matteo Salvini (ilmessaggero.it)