A Venezia chiude il Fondaco dei Tedeschi, l'hub del lusso con 100 milioni di debiti
Il settore del lusso, a livello mondiale, sta attraversando un periodo complesso, sia a livello di vendite che nel settore retail. Dsf Italy, controllata dal gruppo francese LVMH (Vuitton), ha deciso di chiudere il centro commerciale (prevalentemente fashion e accessori) al Fondaco dei Tedeschi a Venezia e di voler procedere col licenziamento collettivo dei 226 dipendenti. La notizia ha colto di sorpresa la città e anche l’assessore regionale al lavoro Valeria Mantovan: “Sarebbe stato utile - afferma - un congruo preavviso sulle intenzioni della società per assicurare la massima tempestività nella presa in carico della situazione da parte della Regione. (Il Giornale d'Italia)
La notizia riportata su altre testate
Non sorride e non sta in silenzio invece Raffaele Alajmo. Il via vai di clienti, i selfie dei turisti, la coda per accedere alla terrazza più panoramica di Venezia. (Corriere della Sera)
La crisi del lusso arriva a Venezia, fa abbassare le serrande al Fontego dei Tedeschi e potrebbe essere raccontata come un’altra storia di mancata gestione dei flussi turistici. (Corriere della Sera)
Una scelta che avrà un impatto drammatico per 226 persone, oltre all’indotto, del nostro territorio e per le loro famiglie». La notizia era nell’aria grazie a una mail inviata qualche giorno fa ad alcuni dei 226 dipendenti del Fondaco dei Tedeschi, ma la conferma è arrivata solo giovedì dall’assessore allo sviluppo economico del Comune di Venezia, Simone Venturini. (il manifesto)
Quello tra Venezia e la famiglia Alajmo sembrava un’accoppiata naturalmente predestinata alla grandezza: una delle città più belle del mondo e una premiatissima dinastia veneta della ristorazione, con esperienze di successo anche all’estero, da Parigi a Marrakech. (Dissapore)
«Oggetto: licenziamento collettivo per riduzione del personale». (Corriere della Sera)
Dopo meno di 10 anni di vita, il luxury center shopping che si affaccia sul Canal a Venezia affoga in un buco da 100 milioni di euro e la proprietà multinazionale decide di abbandonare la “gondola”. (altovicentinonline.it)