Come cambia il mercato moto con la vittoria di Trump alle elezioni americane - News
Il 20 gennaio 2025 è la data nella quale Donald Trump tornerà a essere ufficialmente il presidente degli Stati Uniti. Dopo una vittoria schiacciante sulla candidata democratica Kamala Harris, il tycoon sta già preparando le prime mosse. E nel frattempo c’è chi corre ai ripari. Durante la sua campagna elettorale, il neo presidente non ha mai fatto mistero di voler aumentare i dazi sulle importazioni estere negli Usa (il 10-20%) ma soprattutto ha “minacciato” una tassa del 60% su tutte le merci provenienti dalla Cina agli Stati Uniti. (InMoto)
Ne parlano anche altre fonti
Gli Stati Uniti si confermano un mercato cruciale per il Made in Italy, rappresentando circa l’11% delle esportazioni italiane. Nei primi sei mesi del 2024, l’Italia ha esportato verso gli USA beni per un valore di circa 39 miliardi di euro, segnando una crescita del 3,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. (Economy Magazine)
Con la recente vittoria di Donald Trump alla presidenza dell’America un ampio dibattito si è riacceso su quanto e su come questa vittoria influenzerà non solo l’economia americana ma anche quella globale. (Finance CuE)
Dopo la rielezione di Donald Trump ci saranno davvero nuovi dazi per le auto delle case automobilistiche europee? Questa è la domanda che tutti si sono posti da quando il tycoon ha battuto Kamala Harris (HDmotori)
Case come Mercedes e Porsche rischiano infatti perdite significative se venissero introdotte tariffe doganali del 10%, con un impatto pesantissimo sui ricavi annuali. Gli analisti suggeriscono che i dazi possano essere solo una strategia negoziale per riequilibrare i rapporti commerciali tra USA ed Europa. (Autoappassionati.it)
A mio parere vi è più di un motivo per dubitarne. Infatti il loro impatto sarebbe simile a una rivalutazione del franco e dell’euro di pari entità. (Corriere del Ticino)
Una delle prime iniziative del rieletto Trump sarà l’aumento dei dazi verso i prodotti di altri paesi, cinesi in primo luogo, ma anche europei. La Ue potrebbe trovarsi nella posizione più difficile, anche per la dipendenza dagli Usa per gas e petrolio. (Lavoce.info)