Moët & Chandon e Gucci. Istantanea della grande crisi del lusso Made in France

Il lusso non conosce crisi. E invece sì. O almeno: il lusso ‘di moda’, cresciuto a dismisura negli ultimi anni grazie a un più vasto numero di consumatori che se lo potevano permettere, da quest’anno comincia a sentire il peso dell’inflazione. Lo dimostrano i conti dei due grandi gruppi francesi, Lvmh e Kering. Il primo rallenta vistosamente: e il suo patron Bernard Arnault perde 30 miliardi di patrimonio netto in appena quattro mesi, scendendo dal primo al terzo posto nella classifica dei paperoni mondiali. (L'HuffPost)

La notizia riportata su altre testate

Europa e Stati Uniti hanno realizzato una crescita a perimetro e valuta costanti; Il Giappone ha registrato una crescita dei ricavi a due cifre; il resto dell’Asia riflette la forte crescita della spesa dei clienti cinesi in Europa e Giappone. (Beautybiz)

Da lì il contagio si è allargato a tutte le grandi aziende del settore con cali registrati sia a Francoforte che a Milano. Alcuni risultati inaspettati, legati soprattutto alle vendite in Cina, hanno portato il titolo a scendere improvvisamente a Parigi. (QuiFinanza)

La verità è che persino i clienti dell’alta moda sono diventati più attenti ai loro soldi. La… (la Repubblica)

41,7 mld di euro per Lvmh nella prima metà del 2024

Lvmh ama la Cina ma la Cina ama (ancora) Lvmh? Sono sempre di più le aziende di moda che accusano il rallentamento del mercato cinese. Golden Goose ha messo in pausa la sua quotazione in Borsa (provocando conseguenze negative tra altri titoli del settore), Burberry ha sostituito il proprio amministratore delegato dopo mesi di “performance deludenti”, Swatch e Hugo Boss riportano forti cali nelle vendite e ora anche il colosso francese Lvmh, da sempre molto fiducioso nell’economia cinese, deve fare i conti con dei clienti che non sono più quelli di una volta. (Start Magazine)

Mentre la Cina perde il suo smalto e conferma la sua fase di rallentamento sul fronte macroeconomico e, di conseguenza, anche nella domanda di prodotti moda e lusso, diversi brand occidentali starebbero valutando l’uscita dal Paese. (Pambianconews)

Il gruppo, che è ancora sponsor principale delle Olimpiadi che si aprono venerdì a Parigi, conferma così la fase di normalizzazione iniziata nel 2023, mentre l’utile netto mostra un calo del 14% a 7,3 miliardi. (FIRSTonline)