Terremoto in Tibet. Tra i sopravvissuti a Shigatse, dove “sembrava che persino il letto venisse sollevato”
Si chiama Tashi Lhunpo e in tibetano significa "mucchio di gloria". Oggi, però, qui c'è soprattutto paura. Il nome è quello del monastero di Shigatse, la seconda città più grande del Tibet. La regione autonoma cinese è stata colpita da un forte terremoto di magnitudo 6.8, che ha causato diverse decine di morti e centinaia di feriti. Proprio Shigatse, considerata una delle città sante del buddismo… (La Stampa)
La notizia riportata su altre testate
Ad essere colpite, in particolare, le municipalità di Changsuo, di Quluo e di Cuoguo nella contea di Dingri. È salito a 95 morti e 130 feriti il bilancio del violento terremoto che ha colpito il Tibet (ilmessaggero.it)
Il terremoto rilevato anche dall’istituto di studi geologici statunitense ha stimato la magnitudo a 7,1 gradi. Stefano Leszczynski – Città del Vaticano Sono almeno 95 i morti provocati dal terremoto di magnitudo 6,8 che ha devastato il Tibet con enormi danni alle infrastrutture e alle abitazioni. (Vatican News - Italiano)
Un'immagine della distruzione in Tibet Il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito il Tibet continua a salire. Il sisma, di magnitudo 6,8 secondo le autorità cinesi e 7,1 secondo l’US Geological Survey, ha avuto epicentro nella contea di Tingri, a circa 80 chilometri dal Monte Everest, a una profondità di 10 chilometri. (Lo Scarpone)
Una scossa di terremoto di magnitudo 2.6 si è verificata alle ore 16:40:01 del 7 gennaio 2025 con epicentro localizzato nei pressi di Capizzi, in provincia di Messina, in Sicilia. Il sisma si è verificato a una profondità nel sottosuolo (ipocentro) di 38.8 km. (Meteo Italia)
"Offro le mie preghiere per coloro che hanno perso la vita ed estendo i miei auguri per una rapida guarigione a tutti coloro che sono rimasti feriti", ha dichiarato il leader in esilio in un comunicato. (Tuttosport)
“Il meccanismo alla base del terremoto avvenuto oggi in Tibet è simile a quello che caratterizza buona parte degli eventi che si verificano in Appennino ”, dice all’ANSA Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: “In quella zona, infatti, la collisione tra la placca tettonica indiana e quella eurasiatica , che milioni di anni fa portò al sollevamento della catena Himalayana, è caratterizzata da una faglia di tipo estensionale , che cioè porta ad un allontanamento tra i due blocchi ". (L'Eco di Bergamo)