Studenti in piazza, sciopero nazionale contro lo sfruttamento scolastico
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Domani, 15 novembre, migliaia di studenti scenderanno in piazza in tutta Italia per partecipare allo sciopero nazionale organizzato dall'Unione degli Studenti. Sotto lo slogan "Vogliamo Potere", la manifestazione mira a denunciare le condizioni attuali del sistema scolastico, che gli studenti ritengono essere caratterizzato da logiche di sfruttamento e subordinazione al mondo del lavoro e della guerra. La delegazione spezzina dell'Uds ha spiegato che gli studenti chiedono una scuola inclusiva, capace di rispondere ai bisogni di chi la vive, e libera dalle pressioni esterne.
Parallelamente, il sindacato Anief ha indetto uno sciopero per l'intera giornata, coinvolgendo tutto il personale docente, Ata ed educativo, sia a tempo indeterminato che determinato, delle 8.200 istituzioni scolastiche ed educative italiane. La protesta è rivolta contro l'abuso dei contratti a termine, una pratica che, nonostante una procedura di infrazione europea, continua a essere perpetrata dallo Stato italiano. Il sindacato denuncia la riduzione dell'organico di ruolo e il raddoppio dell'organico a tempo determinato, nonché l'innalzamento dell'età media degli insegnanti e del personale amministrativo, che ha superato il 50% di over 50, aggravando il tasso di burnout nella categoria.
Le manifestazioni, che si preannunciano partecipate, si svolgeranno in diverse città italiane, da Nord a Sud, e saranno accompagnate dallo slogan "Rovesciamo il Governo, liberiamo il Paese". La Rete degli Studenti Medi e l'Udu hanno dichiarato che l'obiettivo è sollevare l'attenzione su scelte politiche ritenute repressive e pericolose per l'istruzione pubblica. La protesta avviene a soli due giorni dalla giornata internazionale dello studente, sottolineando l'urgenza delle richieste avanzate dagli studenti e dal personale scolastico.
La giornata di domani vedrà una mobilitazione significativa di studenti e personale scolastico, uniti nella richiesta di una scuola più giusta e inclusiva, e nella lotta contro le politiche di sfruttamento e precarietà che affliggono il sistema educativo italiano.