La svolta di Big Tech, allineata con Trump a difesa degli affari

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– La vittoria di Donald Trump, oltre che produrre riflessi geopolitici su scala planetaria, potrebbe provocare un riposizionamento degli innovatori della Silicon Valley, sempre pronti a rivedere il proprio atteggiamento nei confronti dei governanti, in ragione degli interessi economici e commerciali da perseguire. In campagna elettorale tra le Big Tech ha prevalso l’attendismo. Se si eccettua l’endorsement netto e plateale di Elon Musk, ceo di Tesla e SpaceX, che fin dall’inizio ha sostenuto, anche economicamente, il candidato repubblicano, tutti gli altri leader delle piattaforme sono rimasti alla finestra e, vista l’incertezza dei sondaggi, hanno preferito coltivare l’ideale della neutralità e dell’equidistanza tra i due sfidanti. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ne parlano anche altri giornali

Elon Musk, il più importante e potente sostenitore di Donald Trump, ha espresso il suo voto ieri in Texas. Starbase è la sede centrale di SpaceX, situata vicino a Hawthorne, in Texas, una cittadina rurale a nord di Houston. (ilmessaggero.it)

Il fervente supporto del miliardario al leader repubblicano potrebbe essere ripagato con un ruolo di spicco nella squadra di Trump: all'orizzonte ci sono tagli alla spesa pubblica e benefici per l'impero commerciale dell'imprenditore sudafricano (Open)

Musk, la rivincita del presidente ombra

In un mondo in cui sono tutti visionari, c'è chi lo è veramente. Cosa potreste dire di uno nato in Sudafrica con il passaporto canadese e che vuole diventare l'uomo più potente d'America? Non potendo essere presidente, visto che è nato all'estero, allora si inventa di sposarne (politicamente) uno, che poi è quello che poi vince le elezioni. (il Giornale)