Gisèle Pelicot: condanne in tribunale svelano la verità sulla violenza in Francia
– Dopo le condanne agli aguzzini di Gisèle Pelicot, il racconto della donna non sarà più lo stesso: per la prima volta abbiamo rotto quella corazza che ci ha intrappolate nel senso di colpa, in quel subdolo "se l’è cercata" che ci perseguita fin da quando siamo bambine e che è stato rivelato con il suo volto peggiore anche in quell’aula di tribunale. Il processo di Gisèle Pelicot rompe il silenzio sulla violenza, rivelando il volto ordinario degli aggressori in Francia. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Se ne è parlato anche su altri media
Il presidente Emmanuel Macron ha dedicato un messaggio su X a Gisèle Pelicot, vittima nel processo per gli stupri di Mazan, concluso ieri con la condanna del marito e di altri 51 imputati: “Ha commosso e ispirato la Francia e il mondo intero”. (Fanpage.it)
Almeno non lo erano, per sentenza, fino all'impegno di Gisèle Pelicot, la 72enne francese che non ricordava nessuna delle violenze sessuali subite in casa per dieci anni, tra il 2011 e il 2020, a causa degli psicofarmaci disciolti a sua insaputa nelle bevande e nei cibi preparati per lei dal marito, che di quell'orchestra di ospiti reclutati on line era il direttore. (il Giornale)
“Aprendo le porte di questo processo, lo scorso 2 Settembre, ho voluto mettere la società nelle condizioni di seguirne i dibattimenti. Non mi sono mai pentita di questa decisione”. Ha mantenuto fino all'ultimo la sua lucidità composta Gisèle Pelicot, anche nella prima dichiarazione pubblica all'uscita dell'aula del tribunale dopo che corte di Vaucluse (Avignon) ha annunciato il verdetto nel famoso “processo di Mazan”. (Valigia Blu)
Stupri di Mazan, 20 anni per Dominique Pelicot. Il coraggio di Giselle Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)
Fuori dal tribunale uno striscione per ringraziarla del suo coraggio. I figli delusi: "Pene lievi". (Sky Tg24 )
Fourest non vuole entrare nel merito delle pene inflitte ai complici di Dominique Pelicot. «È facile parlare al posto dei g… (la Repubblica)