Nato, allarme Putin: “E’ una minaccia”. Trump: “No Atacms contro Russia”
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(Adnkronos) – La Russia è una minaccia per la Nato. Vladimir Putin si prepara ad un confronto a lungo termine non solo con l’Ucraina e i paesi del Patto Atlantico devono accelerare. E’ perentorio il messaggio che Mark Rutte, segretario generale della Nato, invia mentre la guerra tra Ucraina e Russia ha ampiamente superato i 1000 giorni e la parola ‘tregua’ per ora rimane sulla carta. “La Russia si prepara per un confronto a lungo termine, con l’Ucraina e anche con noi. (CremonaOggi)
Se ne è parlato anche su altre testate
"Ci stanno mettendo alla prova e il resto del mondo sta guardando. No, non siamo in guerra, ma di certo non siamo neanche in pace. Voglio essere chiaro: non c'è una minaccia militare imminente per i nostri alleati strategici, perché la NATO si è trasformata per tenerci al sicuro. (L'Unione Sarda.it)
L’appuntamento chiave sarà a giugno 2025, all’Aia nei Paesi Bassi, in quello che sarà il primo vertice Nato dell’era Trump-Rutte. La Nato non ha ancora fornito indicazioni ufficiali, ma i Paesi europei dell’Alleanza stanno già negoziando per aumentare la spesa per la difesa, puntando alla soglia del 3% del Pil. (Il Fatto Quotidiano)
C’è già un effetto Trump sulla spesa per la difesa della Nato? I paesi della Nato stanno discutendo di spendere almeno il 3% del Pil nella difesa. Tra i membri messi peggio di tutti c’è l’Italia (1,49%). (Start Magazine)
Ieri il segretario generale della NATO Mark Rutte ha partecipato a Bruxelles a un evento promosso da Carnegie Europe, uno di quei think tank le cui iniziative diventano spesso piattaforme per la presentazione di indirizzi programmatici da parte di politici di punta. (Contropiano)
"I paesi europei spendono il 25% in media in welfare ma abbiamo bisogno di una piccola parte per la difesa: può essere difficile nel medio periodo ma essenziale nel lungo", ha aggiunto, appellandosi ai cittadini europei (Sky Tg24 )
Nella Nato è ripresa con più convinzione la discussione sulle spese nazionali per la difesa. Come abbiamo scritto nel commento pubblicato oggi sul Corriere, alcuni Paesi spingono per portare il contributo al 3% del prodotto interno lordo. (Corriere della Sera)