E se la foto dell’attentato a Trump del Pulitzer Evan Vucci diventasse la copertina di un album musicale? Come i Wu-Tang Clan con “Iron Flag”

Ci sono momenti destinati a cambiare il corso della storia. E ci sono foto capaci di fermare quei momenti, diventandone iconica cristallizzazione. Pensate al marinaio che bacia la sua bella, una crocerossina, Times Square, a New York (Londra se siete il ministro Gennaro Sangiuliano, lo dico forte del fatto che, a occhio, non leggerà mai questo articolo, da quel che ho capito la lettura non è il suo forte), nel giorno della vittoria degli Usa sul Giappone, meglio noto come V-J Day. (MOW)

La notizia riportata su altre testate

Immagini pazzesche: il tycoon insanguinato e che non molla, si rialza, l'urlo "fight!", il pugno chiuso. E lo stesso Trump, a poche ore di distanza, è tornato sul palco a Milwakee, alla convention repubblicana che lo ha incoronato candidato presidente. (Liberoquotidiano.it)

“Sappiamo benissimo che questi sono momenti in cui i fotografi accreditati possono creare immagini forti”, e lì Donald Trump ha interpretato “un ruolo di combattente” perché “sapeva di essere inquadrato. (RSI.ch Informazione)

Uno dei film-capolavoro di Woody Allen è Match Point, la pallina da tennis che tocca la rete e il caso la può fare cadere di qua o di là, cambiando il corso della partita, ovvero, vuole dire il regista, la vita è anche alla mercè dell’imponderabile. (Italia Oggi)

Quel pugno chiuso tra potere e vendetta: come influenzerà le prossime elezioni?

Lo alza più volte, con determinazione, mostrando rabbia, accompagnando il gesto con la smorfia che gli è abituale: gli incisivi sul labbro, come farebbe il più carnivoro dei conigli. (L'HuffPost)

Sapete qual è l’immagine più potente, il momento cruciale dell’attentato contro Donald Trump? Non il fatto che si sia subito rialzato in piedi. Non quel pugno rivolto verso l’alto col sangue che intanto sgorga dall’orecchio. (il Giornale)

È stato un pugno che voleva dire «ora ti do un pugno», e per questo non si sa che ruolo avrà nella Storia. E se i Maga (Make America Great Again), coi cappellini da baseball rossi, saranno affiancati da milioni di cittadini ex incerti convinti a votare dal gesto da condottiero imbufalito, dal pugnone alzato dopo la pallottola di striscio, mentre il servizio segreto cercava di portarlo via. (La Stampa)