Nella yeshiva ortodossa che ispira la guerra

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La Stampa ESTERI

Il reportage Nella yeshiva ortodossa che ispira la guerra Per i radicali ultraortodossi nella Cisgiordania occupata l’annessione delle terre palestinesi è la risposta a un mandato divino e il 7 ottobre un’opportunità «per espandere la presenza di ebrei» testo di francesca mannocchi - foto di gianluca panella (La Stampa)

Se ne è parlato anche su altri media

Se c’è un posto al mondo in cui i confini fanno parte dell’architettura del luogo questo è la Palestina. Ogni passo fatto nel verde mi ha ricordato che dietro le mie spalle c’è la Striscia di Gaza e davanti la Cisgiordania, con la terra e la natura bruciati dal sole cocente di un 29 luglio. (LifeGate)

“Eh, come si fa a ricostruire Gaza distrutta? Ne parlavamo in macchina venendo qui con il collega israeliano, Meron Rapoport, e abbiamo convenuto che ci riusciremo: loro, gli israeliani, sono bravi a distruggere e noi palestinesi a ricostruire, è quello che facciamo da decenni”. (Il Fatto Quotidiano)

Il nord della Striscia è sotto assedio totale da sette giorni: la nuova offensiva di terra israeliana intrappola 400mila persone. I cecchini sparano su chiunque si muova, gli aiuti non entrano dal primo ottobre. (il manifesto)

Edizione pdf il manifesto del 13 ottobre 2024

Poco importa (lo diciamo per le anime belle, negli altri casi molto preoccupate per il diritto internazionale e il diritto umanitario) che le Alture del Golan (Inside Over)

«Alon viveva in un kibbutz in una famiglia che lo amava molto, ma Alon amava anche la vista dalla sua finestra. Che bel posto – dice alla sua mamma – perché non possiamo andare lì. (La Stampa)