Processo per stupro di Mazan: Dominique Pelicot condannato a vent'anni di carcere, il massimo della pena
Articolo Precedente
Articolo Successivo
La sentenza inflitta a Dominique Pelicot ha seguito le raccomandazioni dell'accusa. È stato riconosciuto colpevole di aver violentato e sedato la moglie e di averla consegnata a decine di uomini, filmandola, per un periodo di dieci anni. Sono stati registrati quasi 200 stupri. È stato anche riconosciuto colpevole di aver registrato e posseduto immagini scattate all'insaputa della moglie, della figlia e delle nuore. (Vanity Fair Italia)
Su altre fonti
Il tribunale di Avignone ha dichiarato Dominique Pelicot, ex marito di Gisèle Pelicot, è stato condannato alla pena massima di 20 anni di reclusione per averla drogata e stuprata, consentendo anche ad altri uomini di commettere violenze sulla donna mentre lei era incosciente. (LAPRESSE)
Condannato alla massima pena prevista. (Fanpage.it)
L’uomo è stato riconosciuto colpevole anche di avere ripreso e fotografato la figlia Caroline e le due nipoti addormentate, nude o in biancheria intima. La sentenza è stata pronunciata davanti a lui, alla moglie e ai loro tre figli. (OGGI)
Sono stati dichiarati tutti colpevoli i 51 imputati nel processo sugli stupri di Mazan, compreso il marito della vittima Dominique Pelicot. Gran parte di essi vengono ritenuti colpevoli di "stupro aggravato in riunione e somministrazione" di droghe a Gisèle Pelicot. (la Repubblica)
La giustizia francese ha condannato Dominique Pelicot alla pena massima, 20 anni di reclusione, per aver drogato, violentato e fatto violentare da sconosciuti per un decennio sua moglie. Caso Pelicot, 20 anni al marito che drogava e faceva stuprare moglie Avignone (Francia), 19 dic. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Il presidente della corte penale di Vaucluse ha dichiarato Dominique Pelicot colpevole di tutti i reati di cui è stato accusato e l'ha condannato a vent'anni, il massimo della pena. Il processo ha portato alla dichiarazione di colpevolezza di altri cinquanta uomini, la maggior parte dei quali ha negato le accuse. (La Stampa)