Operaia 22enne muore in una fabbrica tessile. I sindacati: “Ora basta!”
Luana era giovane anche una giovane mamma di un bimbo di 5 anni.
E’ il secondo infortunio mortale in un’azienda tessile. Tra Prato e Pistoia è il secondo infortunio mortale in un’azienda tessile quest’anno: il 2 febbraio Sabri Jaballah, 23 anni, aveva perso la vita schiacciato da una pressa a Montale.
“Un’altra tragedia che ci addolora, ora basta!”, scrive in un commento il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra
L’incidente mortale. (In Terris)
Se ne è parlato anche su altre testate
Si chiama Alberto Orlandi il fidanzato di Luana D’Orazio, la giovane operaia morta in provincia di Prato nel pomeriggio di lunedì 3 maggio Lutto cittadino lunedì a Pistoia per i funerali di Luana D’Orazio, l’operaia 22enne stritolata da un macchinario tessile. (L'Occhio)
Una volta terminata questa operazione, i fili vengono "scaricati" su un subbio, ossia sul grande cilindro sotto al quale è rimasta schiacciata Luana D’Orazio. Sono tanti gli interrogativi che in queste ore si susseguono proprio sul macchinario che ha ucciso Luana D’Orazio. (LA NAZIONE)
Giovane mamma muore in fabbrica a 22 anni, la rabbia dei sindacati: “Un’altra vittima sulla coscienza” (Di martedì 4 maggio 2021) Ieri 3 maggio un incidente sul lavoro in una fabbrica tessile in provincia di Prato ha portato alla morte Luana D’Orazio, di soli 22 anni, mentre stava lavorando a un orditoio. (Zazoom Blog)
Ha cilindri da 400 chili - #Morte #Luana: #lorditoio #pericoli L'orditoio è il macchinario che serve per costituire quella che è la prima struttura di un tessuto, ossia l'. (Zazoom Blog)
Sul posto anche gli ispettori dell’Asl, che dovranno ricostruire la dinamica della tragedia e accertare il rispetto delle norme di sicurezza all’interno dell’azienda, i carabinieri e il sindaco di Montemurlo Simone Calamai. (Gazzetta di Firenze)
Si tratta di un cilindro formato da fili molto compatti: attorno ci possono essere avvolti da decine a migliaia di fili Il subbio che arriva in tessitura è enorme, può arrivare a pesare anche più di 400 chili. (La Nazione)