Nel libretto della messa del Papa c'era un canto scritto da un prete accusato di violenza sessuale

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Un canto di Chiesa scritto da un prete autore di violenze sessuali inserito nella messa del Papa. Il viaggio di Francesco I in Belgio e Lussemburgo sta riservando non poche sorprese e motivi di imbarazzo al pontefice, seppur consapevole di una situazione delicata. Il brano, scritto da un prete molto noto nelle Fiandre e deceduto di recente, è stato eliminato all'ultimo secondo dal programma ufficiale, ma il caso la dice lunga su quanto la Chiesa belga sia immersa in scandali legati ad abusi sessuali, per troppo tempo coperti dai vertici ecclesiali. (EuropaToday)

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Si tratta di una formulazione rivelativa della prospettiva teologica di Bergoglio e della neochiesa liquida e liberal-progressista. Certo, Bergoglio non è nuovo a espressione di questo tipo: ricordiamo quando, al cospetto dei seminaristi che gli donarono il whisky, disse che era meglio dell'acquasanta. (Il Giornale d'Italia)

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Al Palazzo Reale di Laeken, di fronte alle autorità, il Papa parla di "una piaga che la Chiesa sta affrontando con decisione e fermezza, ascoltando e accompagnando le persone ferite e attuando in tutto il mondo un capillare programma di prevenzione". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Da popolo noto per i disperati pellegrinaggi all’Autogrill o al bar dell’aeroporto per bere “l’ultimo caffè buono” prima attraversare il confine per un qualsiasi breve viaggio all’estero, non possiamo non sentirci in sintonia con Papa Francesco: dopo il viaggio apostolico tra Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore è già impegnato in un altro tour e, nonostante fosse in una nazione non certo nota per la sua attenzione alla caffetteria come il Lussemburgo, non ha resistito alla tentazione di un espresso italiano. (Dissapore)

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