Bologna, uomo distrugge di proposito opera di Ai Weiwei alla mostra di Palazzo Fava

Bologna, uomo distrugge di proposito opera di Ai Weiwei alla mostra di Palazzo Fava
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Categorie: di Redazione , scritto il 21/09/2024Categorie: Attualità A Bologna, un uomo ha distrutto deliberatamente un’opera di Ai Weiwei durante l’inaugurazione della mostra dell’artista cinese a Palazzo Fava. L’autore del gesto è un provocatore seriale già noto per azioni simili compiute in passato. Durante l’inaugurazione della mostra di Ai Weiwei a Bologna, un uomo ha distrutto di proposito un’opera dell’artista cinese, Porcelaine Cube del 2009, un cubo da 120 cm per lato, fatto di porcellana (Finestre sull'Arte)

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Giornalista professionista e storica dell'arte, cura su LiberoTv la rubrica "ART'è". Tutta la verità sulla giunta Alemanno" (editori Riuniti); nel 2013 con i tipi dello stesso editore è uscito "Il sangue politico": la prefazione è di Erri De Luca. (Liberoquotidiano.it)

“Porcelain cube”, un’opera dell’artista cinese Ai Weiwei, è stata danneggiata all’inaugurazione della mostra allestita a Palazzo Fava, a Bologna. A mandarla in frantumi è stato Vaclav Pisvejc, 57enne di origini cecoslovacche. (Il Fatto Quotidiano)

Inaugurazione col botto, ma di quelli brutti, all’inaugurazione della mostra di Ai Weiwei, «Who am i?», a Palazzo Fava. Un’opera dell’artista cinese, «Porcelain cube», è stata distrutta da Vaclav Pisvejc 57enne di origini cecoslovacche che l’ha colpita proprio per distruggerla. (Corriere della Sera)

L’arte di Ai Weiwei a Bologna

Leggi tutta la notizia (Virgilio)

Getting your Trinity Audio player ready... L'uomo. un 56enne polacco, verrà denunciato e arrestato. Sconosciuti i motivi del gesto, ma a quanto si apprende il responsabile non è nuovo a gesti di questo tipo (Dire)

E il prestigioso palazzo rinascimentale di via Manzoni, dal 21 settembre, ha ripreso a brillare. Prodotta da Fondazione Carisbo nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae e realizzata da Opera Laboratori, come primo atto di un percorso di quattro anni, il titolo della mostra parte da una delle 81 domande che l’artista cinese Ai Weiwei, da sempre impegnato nella difesa dei diritti umani, ha fatto all’Intelligenza Artificiale. (QUOTIDIANO NAZIONALE)