Giappone, Nobel per la pace ai sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki: ma il Sol Levante si riarma. Mosca: “Minaccia all’ordine globale”

Nel pomeriggio di Hiroshima stava seguendo la diretta da Oslo senza troppa attenzione, assorto nei suoi pensieri e senza particolari aspettative, quando ha sentito pronunciare il nome Nihon Hidankyo, quale premio Nobel per la Pace per il 2024. In quel momento il viso dell’ultra ottantenne co-presidente dell’organizzazione giapponese che rappresenta i sopravvissuti/e delle due bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki il 6 e il 9 agosto del 1945, signor Mimaki Toshiyuki, si è illuminato di gioia. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altre fonti

Guerre e Nobel per la Pace di federico thoman (Corriere della Sera)

Il Nobel per la Pace all’associazione giapponese Nihom Hidankyo, che raccoglie i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, è un grido da Oslo, e una preghiera: non dimenticate. Agli ultimi testimoni, agli ultimi che ancora possono raccontare. (Avvenire)

A quasi 80 anni dall'attacco atomico degli americani sul Giappone, che inceneri' Hiroshima e Nagasaki, lo spettro di un conflitto globale con l'impiego di armi nucleari e' tornato ad aleggiare come non accadeva dalla guerra fredda. (Tiscali Notizie)

Quel Nobel per la Pace contro l’incubo atomico

Il comitato del Nobel ha motivato la propria scelta parlando degli “sforzi dell’organizzazione per raggiungere un mondo libero da armi nucleari e per aver dimostrato, attraverso le testimonianze degli “hibakusha”, i sopravvissuti ai bombardamenti dell’agosto del 1945, che le armi nucleari non devono mai più essere usate”. (OglioPoNews)

Questa organizzazione,che rappresenta i sopravvissuti agli attacchi atomici di Hiroshima e Nagasaki del 1945, è stata nominata vincitrice del Premio Nobel per la Pace di quest’anno per i suoi sforzi volti a realizzare un mondo libero dalle armi nucleari. (la VOCE del TRENTINO)

Nel dedalo di contingenze che cavano il fiato, assediati da un panorama internazionale colato a picco nelle dissipazioni guerresche, confidavamo nei signori giurati del Nobel per la pace, li volevamo pretoriani di una forza morale capace di cimentarsi con giorni correnti tutti stampati in rosso scarlatto, dove ognuno ha martiri quotidiani per la propria parte. (La Stampa)