Negoziatore Ue, su finanza climatica parti ancora divise
"Sul tema principale della Cop29, il nuovo obiettivo di finanza climatica, l'Ncqg, le parti sono ancora divise in modo signficativo. Sul quantum (la somma da destinare agli aiuti, n.d.r.), se debba venire da fondi pubblici o anche dai privati, su chi debba contribuire. E' difficile dire ora dove sarà il punto di caduta. Speriamo che la prossima settimana, quando torneranno i ministri, emerga quello spirito di compromesso che c'è stato alla pre-Cop". (Tiscali Notizie)
La notizia riportata su altre testate
In Azerbaijan la presenza di Giorgia Meloni non è stata casuale. Anzi, ha voluto rimarcare che anche l’Europa può partecipare al gioco dei negazionisti. (Il Fatto Quotidiano)
È molto divertente quanto succede alla famosa Cop29, quell’incontro internazionale che si occupa dell’ambiente del mondo. Sapete dove la fanno? A Baku, in Azerbaijan! E il padrone di casa, appena arrivano tutti i delegati, 50mila persone dice “il petrolio è un dono di Dio”. (Nicola Porro)
Oggi in un piccolo angolo all'entrata della hall della Cop, che si tiene nei padiglioni costruiti al fianco del Baku Stadium, un centinaio di attivisti si è radunato per dar vita a una protesta al grido di "stop fuel genocide", unendo la questione climatica a quella dei diritti umani, sottolineando come dall'Azerbaijan parte il gas che passa poi per oleodotti turchi sino ad arrivare a Israele, responsabile secondo i presenti di "genocidio a Gaza". (la Repubblica)
È proprio così? Dovremo aspettare a lungo per abbattere le emissioni serra che moltiplicano i rischi climatici? La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è andata a Baku, alla conferenza Onu sul clima Cop29, sostenendo che non c’è un’alternativa immediata ai combustibili fossili e che “l’Italia è in prima linea sulla fusione nucleare che può rappresentare un punto di svolta”. (L'HuffPost)
I negoziati alla Cop29 di Baku sono concentrati tutti su un tema cruciale: trovare i fondi necessari per operare la transizione ecologica, mitigare i cambiamenti climatici e adattarsi agli impatti ormai inevitabili che essi comportano. (LifeGate)
Durante la Cop29 in Azerbaijan la protesta degli attivisti climatici sugli spalti dell'Olympic Stadium di Baku, dove è comparsa una scritta gigante: "Pay up!" ("Pagate!"). Le proteste per la giustizia climatica hanno attraversato anche i corridoi della sede che ospita la Conferenza delle parti sul clima, per chiedere ai leader e ai governi dei 198 Paesi partecipanti di porre fine all'uso dei combustibili fossili e garantire il supporto finanziario per le azioni di adattamento e mitigazione nelle aree del mondo più colpite dagli effetti devastanti del cambiamento climatico. (la Repubblica)