Rai, 5s e Avs votano il nuovo cda con le destre. Pd furioso

Peggio di così non poteva finire: con il centrosinistra diviso e avvelenato, la destra compatta e il nuovo cda Rai pronto a dare un’ulteriore stretta a tele-Meloni, con l’arrivo al timone del meloniano Giampaolo Rossi. Ad agosto le opposizioni unite avevano provato a mettere in difficoltà la destre: niente nomina del cda Rai senza una riforma del servizio pubblico che recepisca le indicazioni Del Media freedom Act europeo. (il manifesto)

Ne parlano anche altre testate

ROMA Temporeggiare. Rimandare «almeno fino a novembre», dopo le Regionali, per non essere costretti tanto presto al passo indietro. (ilmessaggero.it)

Mezz’ora dopo alla Camera dei Deputati il campo largo consegna invece l’immagine di una frattura: Bonelli e Fratoianni seduti su un divano che parlano al telefono con Elly Schlein, lontana solo pochi metri, in un corridoio laterale, irritata o forse perlomeno stupita dalla divisione così netta su un tema come la Rai. (Radio Popolare)

Il nuovo consiglio di amministrazione della Rai ha finalmente preso forma: ieri il voto delle Camere e l'indicazione del Ministero dell'Economia, azionista del servizio pubblico, e sono quindi arrivati i nomi che vanno a completare il cda per il quale i dipendenti avevano già eletto Davide Di Pietro. (Italia Oggi)

Rai, verso cda martedì per nomine Rossi e Agnes. Pronta riforma M5S, fuori la politica

È convocata per martedì 1 ottobre alle 12.30 l'assemblea plenaria degli azionisti Rai, ministero dell'Economia e Siae, per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione, composto da Simona Agnes, Giampaolo Rossi, Alessandro Di Majo, Federica Frangi, Antonio Marano, Roberto Natale e Davide Di Pietro, e la proposta di Rossi come nuovo Ad dell'azienda. (Il Piccolo)

L’impegno a fare la riforma Rai in tempi utili a rispondere alle indicazioni europee (indipendenza dei media dalla politica)? Non pervenuto. L’intesa su un nome «di garanzia» – cioè non targato – per la presidenza del cda Rai? (il manifesto)

La Lega punta su stop al canone e aumento del tetto pubblicitario: ma non esclude l'ipotesi privatizzazione (LAPRESSE)