Banca Progetto, tre arresti a Brescia: sequestrati quasi 7 milioni, il reato è truffa aggravata

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Sequestro di 6 milioni e 700 mila euro, perquisizioni in corso e tre arresti, nell'inchiesta della Procura di Brescia condotta dalla Guardia di Finanza: sotto la lente di ingrandimento è la sede milanese di Banca Progetto. Le attività investigative hanno consentito di rilevare condotte illecite attribuite a un agente bresciano di un intermediario finanziario, il quale, con l’ausilio di un collaboratore e del rappresentante legale di una società,avrebbe consentito a quest’ultima di beneficiare di tre prestiti assistiti - per la maggior parte - dal Fondo centrale di garanzia a favore delle P. (brescia.corriere.it)

La notizia riportata su altri giornali

Nella rete sono finite diciannove persone: sette sono in carcere, altre sette ai domiciliari e altre cinque hanno l'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per tre volte a settimana. (Prima Brescia)

Il sistema sempre lo stesso: si acquistavano società decotte intestate a prestanome, si falsificavano i bilanci e con documentazione fasulla si ottenevano finanziamenti pubblici che poi finivano nelle tasche degli indagati. (TGR Lombardia)

C., 63 anni di Valmadrera, provincia di Lecco, avrebbe organizzato una truffa ai danni dello Stato che ha portato al sequestro di 6 milioni e 700 mila euro. Da lì, secondo le indagini della Guardia di Finanza coordinate dalla procura di Monza, E. (Nord Milano 24)

"La Casa di Carta": anche un lecchese coinvolto nella maxi truffa

Monza – C'e' anche l'imprenditore Maurizio Ponzoni, già condannato in via definitiva per associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta e altri reati economici, tra i destinatari delle sette misure di custodia cautelare in carcere disposte dal gip di Monza, Marco Formentin per la sua presunta partecipazione all'associazione per delinquere finalizzata a ottenere in modo illecito finanziamenti pubblici erogati da banche con garanzia statale del Fondo di Garanzia. (IL GIORNO)

Per convincere il funzionario che doveva valutare la richiesta di finanziamento organizzavano se necessario una messinscena da film: capannone affittato ad hoc, cancelli riverniciati e insegne posizionate per l’occasione, personale pronto a recitare a beneficio dell’ispettore inviato a controllare lo stato della società che chiedeva di poter accedere ai fondi garantiti dallo Stato. (Espansione TV)

A capo di questo del gruppo ci sarebbe un imprenditore originario di Lecco, già noto alle forze dell’ordine che è finito in carcere insieme ad altre cinque persone residenti tra Lecco, Milano, Brescia e Varese. (Prima Merate)