Quale sarà il futuro di Hamas e della guerra a Gaza dopo l'uccisione di Sinwar: l'analisi dell'ISPI

Il leader di Hamas Yahya Sinwar è stato ucciso dall'esercito israeliano e la sua morte apre una serie di interrogativi sul futuro non solo di Hamas stesso ma della guerra a Gaza. Fanpage.it ha intervistato Luigi Toninelli, ricercatore ISPI dell'Osservatorio Medioriente e Nord Africa, per parlare di quanto accaduto nelle scorse ore e per tentare di fare un punto sui prossimi sviluppi del conflitto. (Fanpage.it)

La notizia riportata su altri giornali

La guida suprema iraniana parla del futuro del movimento islamista dopo la morte del leader a Gaza. La Cnn ipotizza che il corpo potrebbe essere utilizzato come merce di scambio con gli ostaggi (AGI - Agenzia Italia)

A ogni angolo di Tal Al Sultan c’era il rischio di incontrare una pattuglia. Yayha Sinwar e la sua scorta si sono messi in marcia all’interno di una kill zone: una distesa di palazzi disabitati e semidistrutti dall’offensiva dell’esercito israeliano, con strade deserte sorvegliate notte e giorno da sensori nascosti sui tetti e da droni eternamente in volo. (la Repubblica)

La comunità internazionale, al contrario, vede nell'evento un'opportunità per la pace. (La Stampa)

Ragioni credibili per fare pace

Risponde al telefono mentre passeggia tra le bancarelle del mercato del venerdì di Al-Mawasi : «Non posso permettermi le cipolle, sono arrivate a costare 20 euro al chilo. Sami Abu Omar — imprenditore, padre di sette figli — sembra più interessato a condividere i paradossi della vita sotto i bombardamenti del governo d’Israele piuttosto che a dire la sua opinione sull’uccisione del leader di Hamas, Yahya Sinwar. (Corriere della Sera)

Ma se indubbiamente l’uscita di scena di Sinwar, considerato da tutti il principale ostacolo, potrebbe far ripartire i negoziati, sul campo restano molti altri macigni da rimuovere. Ora che il nemico numero uno è stato ucciso e il “dopo Hamas” è cominciato, potrebbero aprirsi i primi spiragli per una tregua se non addirittura per una vera e propria trattativa di pace. (ilmessaggero.it)

Yahya Sinwar era diventato un simbolo del male, ma Hamas, come entità terroristica e organizzazione politica e sociale più complessa, non era cominciata né, verosimilmente, finirà con lui. La “mente” dell’attacco del 7 ottobre 2023 è stato colpito in un piccolo raid, quasi di routine, nella Striscia invasa da un anno, a significare che 12 mesi di missioni mirate non erano servite a scovarlo ma soltanto a seminare morte e distruzione, dicono la gran parte dei palestinesi e tutti coloro che ritengono ingiusta e illecita la rappresaglia di Israele. (Avvenire)