Distrutta un’opera di Ai Weiwei a Bologna durante l’inaugurazione della mostra “Who am I?”

Distrutta un’opera di Ai Weiwei a Bologna durante l’inaugurazione della mostra “Who am I?”
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BOLOGNA – Durante l’inaugurazione della mostra Ai Weiwei. Who am I? a Palazzo Fava a Bologna, Vaclav Pisvejc ha distrutto un’opera del celebre artista cinese. Si tratta della scultura Porcelaine Cube del 2009, un cubo di porcellana di 120 cm per lato, posto nell’atrio del Palazzp. Pisvejc è stato immediatamente fermato dalla sicurezza e arrestato con l’accusa di distruzione di beni culturali, reato regolato dall’articolo 518 del codice penale italiano (Arte Magazine)

Su altri giornali

E il prestigioso palazzo rinascimentale di via Manzoni, dal 21 settembre, ha ripreso a brillare. Ai Weiwei è finalmente arrivato a Palazzo Fava per la sua mostra “Who Am I?”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

BOLOGNA – Il giorno dopo la distruzione dell’opera “Porcelain Cube” ad opera del mitomane Vaclav Pisvejc, la mostra del cinese Ai Weiwei, “Who Am I?”, a Palazzo Fava oggi si è aperta nella massima tranquillità e con molta curiosità da parte dei visitatori. (La Repubblica)

Secondo la ricostruzione l’uomo, 57 anni, originario della Repubblica Ceca, si sarebbe avvicinato all'opera di porcellana, provocandone la caduta e mandandola in frantumi. L'autore del gesto è stato fermato dagli addetti alla sicurezza e accompagnato in questura. (Sky Tg24 )

L’opera di Weiwei in frantumi. Il vandalo ‘bandito’ da Bologna: "L’artista è molto amareggiato"

Si sta parlando di Vaclav Pisvejc, il 57enne di origini cecoslovacche che ha letteralmente distrutto un’opera d’arte esposta al Palazzo Fava di Bologna. Qualcuno potrebbe ricordarsi di lui per alcuni episodi che fecero scalpore a Firenze. (Il Fatto Quotidiano)

Leggi tutta la notizia Nel 2023, invece, si... (Virgilio)

I frantumi sono quelli di ‘Porcelain cube’, l’opera del 2009 di Ai Weiwei dal valore di 280mila euro, distrutta da Vaclav Pisvejc. Di Francesco Moroni Il giorno dopo il blitz vandalico a Palazzo Fava restano i frantumi e la tanta amarezza. (il Resto del Carlino)