Salvini attende la sentenza. E spera nell’effetto Trump

Dopo trentasei mesi di processo, il giorno del giudizio è arrivato. Oggi nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo verrà pronunciata la sentenza del processo Open Arms che vede imputato Matteo Salvini. Il leader della Lega, vicepremier e ministro delle infrastrutture e dei trasporti è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. I giudici della II sezione penale presieduta da Roberto Murgia, dopo le eventuali controrepliche, entreranno in camera di consiglio, al termine della quale il presidente della seconda sezione penale di Palermo, Roberto Murgia, leggerà il dispositivo. (il manifesto)

Ne parlano anche altri media

Il ministro Matteo Salvini (il Giornale)

Arriva in serata e si chiude in un albergo di Mondello per l’ultima diretta social prima del giorno tanto atteso e temuto. Matteo Salvini alla fine di una giornata durante la quale ha mobilitato tutto il suo mondo, dal gruppo dei Patrioti a Bruxelles all’ufficio stampa del suo ministero che annuncia i «record» di spesa da quando alle Infrastrutture c’è lui, è stanco. (la Repubblica)

Il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani si è detto «solidale con Salvini e mi auguro che possa essere assolto». «Hai fatto la cosa giusta». (Il Dubbio)

Salvini, fine di un alibi politico

Alle 19 e 40 in punto, mentre l’aula stracolma sta votando la manovra, l’applauso dai banchi del centrodestra accoglie la notizia dell’assoluzione di Matteo Salvini perché il fatto – il sequestro di persona dei migranti sulla Open Arms - non sussiste. (L'HuffPost)

Tre capitoli diversi, ma neanche tanto, della stessa storia: quella del fallimento della via giudiziaria come regolatrice dell’ordinamento politico. (ilmessaggero.it)

E quel giudice ha assolto Salvini. In quel torrido agosto del 2019 non ci fu alcun “sequestro di persona”, nei confronti dei 147 disperati che l’allora ministro degli Interni dell’Armata Brancaleone grillo-leghista costrinse a marcire per ventotto giorni a bordo della Open Arms, bloccata di fronte a Lampedusa. (la Repubblica)