Campagna europea: quali sono i rischi e le sfide nel lavoro da remoto e ibrido?
Cosa si intende con lavoro da remoto? Cosa indicano i dati? Quali sono i principali rischi e sfide? Cosa possono fare datori di lavoro, aziende e lavoratori? Ne parliamo con Maurizio Curtarelli, Prevention and Research Unit EU-OSHA. Bilbao, 8 Nov – Una delle principali innovazioni connesse alla diffusione delle tecnologie digitali, accentuata durante la pandemia da COVID-19, è la possibilità di lavorare a distanza. (PuntoSicuro)
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Si parla di smart working, e dei suoi effetti su produttività, qualità della vita e dinamiche aziendali, nella puntata di stasera di "Tg2 Post", l'approfondimento quotidiano del Tg2 condotto da Manuela Moreno, in onda alle 21.00 su Rai 2. (Rai Storia)
Scagli la prima pietra chi non farebbe fatica oggi a tornare al periodo pre Covid, quando il lavoro da remoto era una concessione per pochissimi: 570mila lavoratori in tutta Italia, che quest’anno si sono assestati sui 3.550.000 e ne sono previsti 3.750.000 nel 2025, dopo la «forzatura» del 2020 con 6.590.000. (L'Eco di Bergamo)
Lo smartworking è ormai una realtà consolidata nel panorama lavorativo italiano: i numeri sono in crescita e non si torna indietro. Oltre alla comodità, c’è anche una questione di mentalità che si è evoluta. (Management CuE)
Si parla tanto di lavoro a distanza, utilizzando vari termini: telelavoro, lavoro da remoto, lavoro agile, smart work, che insieme ai vantaggi della rivoluzione digitale che li accompagna, insinuano anche tanti dubbi. (NT+ Lavoro)
A rilevarlo sono gli esiti dell’analisi condotta dalla società di recruiting Hays Italia, con il contributo dello studio legale Daverio&Florio, in cui si evidenzia che in Italia molte aziende hanno iniziato a sperimentare nuovi modelli di lavoro agile, come i quattro giorni lavorativi, ma nelle ultime settimane alcune imprese stanno facendo marcia indietro sullo smart working. (Italia Oggi)