Groenlandia nel caos, assedio al consolato Usa: la tensione sale alle stelle
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La grande paura, ovvero Donald Trump. Centinaia di persone in Groenlandia sono scese in piazza sabato per manifestare contro le mire del presidente degli Stati Uniti, che ha nuovamente espresso l'intenzione di prendere il controllo della loro isola. La protesta, partita dalla capitale Nuuk e diffusasi in altre città, ha visto sventolare le bandiere nazionali e innalzare cartelli con slogan inequivocabili: "Rispettate la sovranità della Groenlandia", "Non siamo in vendita" e "Fate andare via l'America", un chiaro riferimento al celebre motto trumpiano "Make America Great Again". (Liberoquotidiano.it)
Se ne è parlato anche su altre testate
Nessuno dei partiti groenlandesi è favorevole a questa possibilità e anche la grande maggioranza della popolazione dell’isola è ostile, secondo un sondaggio pubblicato a gennaio. (RSI Radiotelevisione svizzera)
Il ministro degli Esteri danese Lars Lokke Rasmussen ha respinto oggi le ultime dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sull'annessione della Groenlandia, affermando che l'isola autonoma danese non può essere conquistata da un altro Paese. (Corriere del Ticino)
Come già accaduto in precedenza il presidente americano rivendica le sue mire sull'isola oggi legata alla Danimarca ma di fatto autonoma ma non ha specificato in che modo intende farne un territorio a ste4lle e strisce a tutti gli effetti. (Corriere della Sera)
Senza i fondi danesi, l’isola può aprire agli Usa. Che vogliono chiudere il cerchio delle materie prime dopo l’accordo col Congo.Nemmeno in Groenlandia, isola di circa 57.000 abitanti e oltre due milioni di chilometri quadrati, i sondaggi hanno previsto i risultati elettorali. (La Verità)
Donald Trump ha rilanciato la sua idea di annettere la Groenlandia agli Stati Uniti, affermando che sarebbe cruciale per la sicurezza internazionale. Durante un incontro con il segretario Nato Mark Rutte, ha dichiarato che l’annessione “accadrà”. (Virgilio Notizie)
Vogliamo prima gettarne le basi». NUUK (Groenlandia) – «Non siamo per l’indipendenza immediata. (la Repubblica)