La Chiesa cattolica e Trump

La Chiesa cattolica e Trump La Chiesa cattolica americana ha convissuto per cinque anni con Donald Trump, di nuovo candidato alle elezioni del 2024. I suoi vertici erano stati scelti pochi giorni dopo l’elezione del Presidente repubblicano che aveva sconfitto la candidata democratica Hillary Clinton. Il 16 novembre 2016, erano stati eletti il Presidente della Conferenza episcopale americana (USCCB), il cardinale di Galverston-Houston, Daniel Di Nardo 67 anni, che per tre anni era già stato Vicepresidente e il numero due, l’arcivescovo di Los Angeles, José Horacio Gómez, 65 anni. (Start Magazine)

Se ne è parlato anche su altri media

Le parole del vescovo «Sappiamo bene - ha detto Ricchiuti - che i cattolici americani integralisti, che sono tantissimi, purtroppo stanno dalla parte di Trump. In queste elezioni americane» ci sono come candidati «un guerrafondaio e un'altra che secondo me è anche lei guerrafondaia», riferendosi ovviamente alla democratica Kamala Harris. (quotidianodipuglia.it)

Milano, 5 nov. Sebbene queste comunità siano tradizionalmente orientate verso il lato democratico, il loro sostegno va erodendosi a favore di Donald Trump.Più che mai, ogni voce conta in questi giorni, mentre Kamala Harris e Donald Trump sono testa a testa nei sondaggi. (Agenzia askanews)

Se c'è «qualche buona ragione per pensare che possiamo promuovere la causa della vita, della famiglia e della libertà religiosa la scelta va fatta per il tipo di candidato che dobbiamo sostenere» ha detto alla tv cattolica Ewtn, senza però addentrarsi troppo e sfociare in un endorsement esplicito a favore di Trump, specchio di un disagio diffuso nella Chiesa, persino tra i conservatori più convinti che in passato non avevano esitato a spezzare una lancia a favore del ticoon. (ilmessaggero.it)

«Dio è con Trump», così i fondamentalisti diventano uno Stato

Negli Stati Uniti ci sono oltre 24 milioni di cittadini americani di origine asiatica. Sono i cosiddetti Aapi, Asian american and pacific islanders, 15 milioni dei quali, con i loro voti, contribuiranno a decidere le sorti delle elezioni presidenziali Usa: in un senso (Kamala Harris) o nell'altro (Donald Trump). (Inside Over)

È un dato acquisito e spesso ripetuto che hanno maggiore possibilità di diventare presidente degli Stati uniti un musulmano o un socialista che un ateo. Nella nazione, la cui costituzione peraltro richiederebbe una rigida divisione fra stato e chiesa, la religiosità è un requisito imprescindibile, che si è andato accentuando nel ventesimo secolo (la dicitura «in God we trust» è stata apposta sulla valuta nel 1958) (il manifesto)

Vinse per appena 12.000 voti.Ispanici e latinoamericani sono invece tentati da Donald Trump. Ormai sono quasi il 20% della popolazione, il secondo gruppo etnico più numeroso dopo i "bianchi", e il loro tasso di partecipazione tende ad aumentare. (Tiscali Notizie)