Cannavacciuolo? “Sorprende l’incontenibile passione della Michelin per lui”. Parla il critico Visintin: “Le stelle? Un atto di fede. La Guida? Più misteriosa di Nostradamus”. E sul fine dining, la ris
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Valerio Visintin ha commentato le nuove stelle e la nuova guida Michelin a settant’anni dalla prima edizione. Un riferimento per il mondo della ristorazione che, tuttavia, viene accettato, secondo il critico, come puro “atto di fede”. Il motivo? I criteri non sono pubblici e spesso si premia un’idea di cucina “antiquata” e “insostenibile” come è appunto il fine dining. (MOW)
La notizia riportata su altre testate
Ma dal Teatro comunale Pavarotti Freni di Modena, che ha ospitato la cerimonia, le sorprese non sono finite. La 70ª edizione della Guida Michelin si è chiusa con un nuovo tristellato (il massimo riconoscimento assegnato, ndr), il ‘Casa Perbellini 12 Apostoli’ dello chef Giancarlo Perbellini. (Luce)
Dissapore ha preso la stella Michelin, i grandi autori del fine dining che ufficialmente non hanno niente a che fare con l'unica guida del settore, Marco Sacco punito dalla "Rossa" che quando vuole fa le veci dei NAS: a farvi fare bella figura al bar pensiamo noi. (Dissapore)
Ottengono questo riconoscimento green 11 ristoranti, tra insegne storiche e nuovi format, da Nord a Sud: Villa Maiella a Guardiagriele (Chieti) , Prezioso a Merano (Bolzano), Artifex a Brennero (Bolzano), Don Alfonso 1890 a Sant’Agata sui Due Golfi (Napoli), Al Gatto Verde a Modena, Ronchi Rò a Dolegna del Collio (Gorizia), Agriturismo Ferdy a Lenna (Bergamo), Il Tiglio a Montemonaco (Ascoli Piceno), Locanda La Raja a Gavi (Alessandria), Il Cappero sull’Isola di Vulcano (Messina), Bistrot a Forte dei Marmi (Lucca). (lasiciliaweb | Notizie di Sicilia)
Tutto inizia con lo chef Antonio che oltre 15 anni fa definisce la cucina di qualità a Catanzaro. Di Giovanna Pizzi (Luciano Pignataro)
Un legame profondo con i prodotti dell'agro pontino è ciò che accomuna i tre ristoranti stellati: gli chef Simone Nardoni di Essenza, Fabio Verrelli D'Amico di MateriaPrima e Gino Pesce di Acqua pazza hanno infatti in comune la volontà di valorizzare i prodotti del territorio, includendoli nelle creazioni culinarie. (ilmessaggero.it)
Analizzando i risultati, come riportato dal nostro portale nazionale News Prima, si nota un dinamismo che si traduce anche in una crescente attenzione alla sostenibilità. La settantesima edizione (Prima Brescia)