Prima alla Scala, nel carcere di San Vittore tra sovraffollamento e freddo

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Il Sole 24 ORE INTERNO

Il libretto in mano, lo sguardo sul maxischermo. Seduti nella rotonda, gruppi di detenuti di San Vittore seguono le storie di Leonora e Alvaro , «gettati nel mondo – per dirla con uno di loro - dalla forza del destino». Parla dei protagonisti de “La Forza del destino”, l’opera di Giuseppe Verdi - che apre la stagione scaligera di quest’anno - ma Antonio, recluso qui già da qualche anno, parla anche di sé e di tanti che come lui si sono «ritrovati in carcere, per una catena di errori, di casualità, di scelte sbagliate e per l’assenza di una rete intorno. (Il Sole 24 ORE)

Su altre fonti

Oltre dodici minuti di applausi per 'La Forza del Destino' di Giuseppe Verdi alla Prima della Scala a Milano. Molto apprezzate dal pubblico sia l'opera, i cui temi principali sono amore e guerra, che le performance dei cantanti, in particolar modo quella di Ludovic Tézier, che ha ricevuto fiori sul palco. (Il Sole 24 ORE)

Anche il sovrintendente Meyer la difende: “Artista unica, dobbiamo solo applaudirla”. L'opera di Verdi, diretta dal maestro Chailly è stata un successo. (TGR Lombardia)

Ospiti, vip, politici e personalità di spicco si sono riuniti per assistere allo spettacolo di La Forza del Destino di (Io Donna)

Ragli di guerra che diventano rumori fuori nel ventiquattresimo melodramma di Verdi che ha aperto la stagione della Scala, la Forza del Destino. Il mondo in guerra sembra distante quando si entra nel magico quadrilatero della moda che circonda il teatro alla Scala. (il Giornale)

Sarà quindi una Forza del destino "mai vista" quella proposta dal Direttore musicale Riccardo Chailly e dal regista Leo Muscato per l'apertura di stagione del primo teatro italiano. (Digital-Sat News)

E dire che tra il potenziale, involontario effetto apotropaico della protesta mattutina dei centri sociali che ha imbrattato di sterco il tappeto rosso davanti al Piermarini (in qualunque teatro le invocazioni scatologiche prima di una rappresentazione sono da sempre utilizzate come rito propiziatorio), e la pioggia che ha gelato l’entrata del pubblico, schiacciato nell’attesa tra una piazza desertificata dalla scelta della contestazione di sfilare altrove e il portico di una Scala più blindata del solito, la maledizione dovrebbe esser stata almeno in parte lavata via. (IL GIORNO)