Von der Leyen o no, Meloni allunga le mani sulla Ue (di A. Gentili)

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L'HuffPost INTERNO

Giorgia Meloni, a dispetto del “risultato clamoroso”, è prudente. Quando alla premier viene chiesto se sosterrà il bis alla presidenza della Commissione europea della sua amica Ursula von der Leyen, non risponde. Dribbla la domanda: “Prima bisogna capire le possibili maggioranze…”. Ma, forte del plebiscito che le ha fatto vincere le elezioni in Italia e ben consapevole di essere alla guida “dell’unico governo europeo che avanza”, la premier mette in chiaro: “L’Italia avrà un ruolo fondamentale, comunque vada…”. (L'HuffPost)

Se ne è parlato anche su altri media

Reparto difensivo – Le gerarchie in porta sembrano definite: Donnarumma il titolare indiscusso (e capitano), Vicario il suo vice più che affidabile e Meret come terzo portiere. (Europa Calcio)

L’Olanda vince anche contro l’Islanda con il risultato di 4-0 e arriva al meglio agli Europei in Germania. Denzel Dumfries è stato protagonista, un’azione decisiva per il successo. Anche un altro nerazzurro. (Inter-News)

TANTO rumore per nulla? Non scomodiamo Shakespare, ma non vi è dubbio che per una volta i sondaggisti hanno fatto il loro lavoro in maniera professionale. Regge a livello europeo la cosiddetta “maggioranza Ursula”, avanzano (ma lentamente) le cosiddette destre radicali ed euro-scettiche (ma lo fanno in maniera confusa e farraginosa), perdono liberali ed ecologisti (vedi in particolare il contesto francese). (Quotidiano del Sud)

Per questo la presidente del Consiglio ha giocato le ultime battute della campagna elettorale all'attacco: nel partito sono convinti che da Caivano in poi - a cominciare dal famoso 'sono quella stronza della Meloni' detto al governatore De Luca - sia cominciata la risalita che ha portato infine al 28,8%. (Tiscali Notizie)

Ed è chiaro che, quando sarà il momento, la premier darà indicazioni al suo gruppo a Strasburgo di votare a favore del presidente della Commissione. Il primo è che non si è mai visto il capo di un governo che indica un commissario e poi non sostiene la commissione di cui il suo candidato fa parte. (Corriere della Sera)

Lo penso sul serio perché quello poteva essere un voto di protesta, di speranza. Io ho detto ieri notte che consideravo questo risultato più bello di quello di quasi due anni fa. (Entilocali-online)